La Nuova Sardegna

Nuoro

Chiuso il ponte di Oloè: non è sicuro

Chiuso il ponte di Oloè: non è sicuro

I tecnici hanno riscontrato un cedimento di alcuni centimetri nel viadotto che era stato ripristinato dall’Anas due anni fa

26 gennaio 2017
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NUORO. Sta diventando una storia infinita la sicurezza del ponte di Oloè, sulla strada provinciale 46 Oliena-Dorgali, dove perse la vita l’agente di polizia Luca Tanzi durante l’alluvione del 18 novembre 2013. Chiusa al traffico per oltre otto mesi e riaperta dopo i lavori di ripristino del ponte eseguiti dall’Anas, la strada rischia di essere nuovamente chiusa per un tempo indefinito. Il problema, ancora una volta, è lo stato di salute del ponte: le nevicate e le piogge torrenziali dei giorni scorsi hanno portato allo scoperto lo smottamento sensibile di una campata, la prima che ci si trova di fronte percorrendo la strada in direzione Oliena, tale da mettere a rischio la sicurezza della struttura. Un rischio che viene valutato con molta attenzione alla luce di quanto accaduto tre anni fa, appunto con il crollo che provocò la morte dell’agente di polizia.

Chiusa al traffico sabato scorso, il 21 gennaio, in via precauzionale in seguito alle piogge torrenziali che si sono abbattute su tutto il Nuorese, la Sp 46 Oliena-Dorgali continuerà a restare vietata alla circolazione. Il Comune di Oliena, nel cui territorio ricade il ponte, ha infatti lasciato in vigore l’ordinanza per “verifiche tecniche sul ponte di Oloè”, come è scritto nel sito dell’amministrazione guidata dal sindaco Martino Salis. La verifica c’è stata, ieri mattina, da parte dei tecnici della Provincia di Nuoro e del Comune di Oliena e il verdetto, benché ancora ufficioso, lascerebbe poco spazio all’immaginazione: una campata ha subìto un cedimento di alcuni centimetri. Il problema si sarebbe verificato nell’area adiacente a quella in cui l’Anas ha effettuato i lavori di ripristino del ponte. Il problema, come spiegano gli esperti, è legato al fatto che il ponte è stato costruito più di sessant’anni fa, con materiali e tecniche costruttive che nel tempo hanno rivelato la propria inadeguatezza. Oggi è fuori norma, in sostanza, nel senso che sarebbe impensabile costruirlo nello stesso modo, appunto per l’evoluzione dei materiali e delle tecnologie. Difficile anche pensare a interventi tampone, attraverso l’utilizzo di resine speciali, perché sarebbe prprio il calcestruzzo nei punti d’appoggio del ponte a cedere lentamente ma, a quanto pare, inesorabilmente.

Il problema, spiegano i tecnici, è che l’intervento straordinario dell’Anas (la strada è di competenza della Provincia, va ricordato) riguardava sostanzialmente il ripristino dell’esistente prima del crollo, e non sarebbe potuto essere altrimenti se non ricostruendo l’intero ponte da capo a piedi. Il problema si pone ora con la stessa forza dopo i danni evidenziati dalla ultime piogge torrenziali.

Cosa accadrà adesso? Il Comune di Oliena non può fare altro che mantenere in vigore l’ordinanza di chiusura (dal bivio per Su Gologone sino all’incrocio con la strada provinciale 38, cioè lo svincolo per Dorgali, per un totale di circa 12 chilometri). La Provincia dovrà ora cercare una soluzione, temporanea o definitiva si vedrà, per rimettere in sicurezza il ponte. Il problema al momento sono i disagi, in particolare per gli allevatori di Oliena che hanno le proprie aziende al di là del ponte di Oloè: se prima per raggiungere il luogo di lavoro dovevano spostarsi per due-tre chilometri, ora dovranno percorrerne molti di più, visto che molte strade rurali sono di nuovo inagibili dopo l’ultima ondata di maltempo. Il sindaco Martino Salis fa perciò appello alla Provincia e alla Regione perché si adoperino per trovare una soluzione. (p.me.)

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