La Nuova Sardegna

Nuoro

Asse attrezzato, tegola milionaria

Il municipio di Nuoro
Il municipio di Nuoro

Tra i casi presi in esame l’esproprio del 2008 per una strada a Funtana Buddia

10 febbraio 2017
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NUORO. Il terzo caso “svuota casse comunali” analizzato dalla commissione Montesu è anche il più recente tra quelli presi in esame. Riguarda l’esproprio nel 2008 della strada di accesso alla nuova caserma dei vigili del fuoco dall’asse attrezzato, a Funta Buddia.

«Si è reso necessario – è scritto nella relazione conclusiva della commissione – in quanto nell’area interessata, ricadente nel piano particolareggiato di Badu e Carros, con delibera del consiglio comunale del 24 giugno 1981era stato modificato l’art.40 delle norme di attuazione che prevedevano la stipula di una convenzione tra il Comune e i proprietari che volevano edificare».

La convenzione assegnava una determinata quota di volumetria, dalla quale erano state stralciate per così dire le aree destinate a strade e servizi. Ma cancellando l’articolo che prevedeva le convenzioni, quelle stesse aree riacquistavano, come poi è accaduto, il valore e la volumetria delle aree edificate. È proprio questa delibera dunque che ha aperto la via allo tsunami di ricorsi da parte degli ex proprietari verso il Comune. Cause nella maggior parte dei casi perse in partenza che rappresentano la mole principale dei debiti per espropri contestati che fanno carico alle casse comunali (32 milioni di lire, spalmati su rate annuali sino al 2040).

Non si può certo dire che il Comune abbia gestito al meglio anche questa vicenda che risale a nove anni fa, quando la bomba espropri era già esplosa. Accade infatti che l’esproprio viene impugnato dagli ex proprietari dell’area su cui poi è sorta la strada. Si cerca una trattativa: il Comune è disposto a versare un milione 200 mila euro, la controparte accetta. Ma è lo stesso Comune a ripensarci e a imbarcarsi in un contenzioso nella speranza di pagare meno, senza aver ben valutato a quanto pare l’effettivo valore dell’area, che in base a un arbitrato risulta il doppio della cifra iniziale.

L’ultima sentenza, esecutiva, ha condannato il Comune a versare ai privati 2 milioni 737 mila euro. Il Comune ha ricorso contro l’arbitrato, non si sa con quanta efficacia. (3 – fine)

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