La Nuova Sardegna

Nuoro

Il RICORDO E IL gemellaggio 

Dalla Sardegna all’Umbria storie di pastori emigrati

Dalla Sardegna all’Umbria storie di pastori emigrati

ORUNE. In trasferta davanti a Papa Francesco nel nome e in memoria di Gianluca Monni, il ragazzo ucciso due anni fa mentre aspettava il pullman che lo avrebbe portato a scuola a Nuoro. Ma anche in...

27 settembre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





ORUNE. In trasferta davanti a Papa Francesco nel nome e in memoria di Gianluca Monni, il ragazzo ucciso due anni fa mentre aspettava il pullman che lo avrebbe portato a scuola a Nuoro. Ma anche in nome e per conto di tutti gli emigrati orunesi che per un motivo o per un altro hanno dovuto lasciare la terra d’origine. Non a caso il gruppo folk Santu Sidore tre giorni prima di fare tappa in Vaticano era ospite a Mantignana, 1.300 abitanti, frazione del comune di Corciano, provincia di Perugia, in Umbria. Terra che ha aperto le porte a famiglie intere di orunesi emigrati. Accompagnati dal consigliere regionale Pietro Pittalis, orunese e anche lui figlio dell’emigrazione (Pittalis è nato a Charleroi, in Belgio), dal maestro Giovanni Mundanu e da Babore Bardeglinu, i componenti dell’Associazione culturale Sant’Isidoro (Santu Sidore) sono stati ricevuti dal consigliere regionale umbro Andrea Smacchi, dal sindaco di Corciano Cristian Betti e dal sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno Gianpiero Bocci.

«Avendo l’incontro il patrocinio delle due Regioni coinvolte, Sardegna e Umbria – spiega il presidente del gruppo Santu Sidore Gianluca Bardeglinu –, abbiamo portato finalmente su un tavolo culturale il discorso sull’emigrazione orunese, dinanzi ai suoi esponenti politici, svincolando quindi la festa dai soli aspetti folcloristici delle espressioni del canto e del ballo, che dopo il dovere sono pure state copiose».

Ad organizzare il dibattito ci ha pensato l’associazione culturale sardi in Umbria Shardana. Dopo le sorelle Menneas, il maestro Mundanu ha saputo commuovere i padroni di casa quando ha toccato il tema dei terreni una volta cumuli di pietre, resi fertili dal lavoro manuale dei sardi. «Per la prima volta attraverso le emozioni è stato messo il punto sul lavoro dell’emigrato come valore aggiunto di regioni che con lo spostamento verso l’Urbe avevano abbandonato i campi e che quindi i pastori sardi, prima indebitati per l’acquisto, trascorrendo i primi anni senza elettricità, né acqua, sono stati capaci di risistemare, creare, rinvigorire e produrre fino a impiantare aziende di oltre seicento capi selezionati e diversificati, con colture all’avanguardia – sottolinea Bardeglinu –. È stato messo l’accento sul prezzo del latte che vincola questo lavoro sottopagato, mentre Pietro Cossu, pastore orunese da decenni in Umbria, tra i principali promotori di questo evento, ha raccontato di suo padre Antonio, uno di quei pastori pionieri di allora, assieme ai fratelli Buffa, Zizi e Monni, tutti presenti». (l.p.)

In Primo Piano
Il discorso programmatico

Alessandra Todde in Consiglio regionale: «Da oggi si comincia a costruire il sistema Sardegna»

di Umberto Aime
Le nostre iniziative