La Nuova Sardegna

Nuoro

Acqua a Nuoro, da 9 giorni in emergenza

di Paolo Merlini
Corso Garibaldi a Nuoro
Corso Garibaldi a Nuoro

Il 18 maggio la prima ordinanza di divieto per uso potabile. Baristi e ristoratori del centro si ribellano

26 maggio 2018
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NUORO. «È proprio vero che l’acqua non fa rumore. Soprattutto quando non è potabile e nessuno informa, nessuno chiede, nessuno protesta», dice Salvatore Piredda, presidente del Centro commerciale naturale del corso Garibaldi. A nove giorni dalla prima ordinanza del sindaco che vietava l’uso dell’acqua delle rete Abbanoa per il consumo e l’uso per la preparazione di alimenti, e la seconda del giorno successivo che limitava il divieto a una vasta area del centro cittadino, nulla è dato sapere sul ritorno alla normalità. Protestano i cittadini, ma lo fanno soprattutto baristi e ristoratori dei tanti esercizi che operano nella zona. A dar voce alla loro protesta è Piredda, rappresentante degli operatori del corso Garibaldi, la zona che maggiormente sta risentendo economicamente del divieto. «A nove giorni dalla diramazione dell’ordinanza del sindaco Soddu sulla non potabilità dell’acqua, nella quale si riportavano con esattezza le zone interessate dal divieto dell’utilizzo dell’acqua della rete idrica per il consumo umano diretto e per la preparazione di bevande e alimenti, nessun aggiornamento ufficiale o una qualsiasi comunicazione sullo stato delle cose è stato pubblicato o divulgato. Attività commerciali, ristorazione, bar e abitazioni private (non solo del centro della città), assistono, in posizione supina, al peso schiacciante del silenzio e del menefreghismo quasi a sottolineare, qualora ce ne fosse un ulteriore bisogno, lo stato di abbandono in cui versa la ex città di Nuoro».

Parole dure, quelle del rappresentante del corso Garibaldi, area interessata dal divieto insieme con le zone di Sant'Onofrio, Tribunale, Mughina, Monte Jaca, piazza Vittorio Emanuele e piazza Mameli e le vie Manzoni, Catte, Gramsci e Convento. «Non è accettabile – continua Piredda – che, nella totale indifferenza, il problema non sia oggetto di un’informazione puntuale e quotidiana verso la comunità. Non è accettabile che il cittadino, il commerciante, sia costretto ad acquistare acqua nei supermarket senza conoscere la data della fine del problema».

Secondo Abbanoa, le abbondanti precipitazioni delle scorse settimane hanno intorbidito l'acqua dell'invaso del Govossai causando un peggioramento delle sue qualità. «Per questo motivo è stato necessario aumentare la disinfezione dell'acqua distribuita nella rete idrica. Ciò ha comportato inevitabilmente l'aumento temporaneo del valore di trialometano», è scritto sul sito di Abbanoa in una nota datata 19 maggio. Ma da allora non c’è stata più alcuna comunicazione da parte del gestore idrico.

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