La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuoro, isola senza futuro per 4 studenti su 10

Paolo Merlini
Nuoro, isola senza futuro per 4 studenti su 10

Undici ragazzi del liceo di scienze umane Satta hanno intervistato 627 coetanei sulle opportunità nella scuola e nel lavoro

13 novembre 2019
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NUORO. Secondo te la Sardegna può offrire un futuro ai giovani? Alla domanda, che più diretta non si può, lo scorso maggio oltre duecento diciannovenni, il 39% degli studenti intervistati che di lì a poco si sarebbero diplomati, hanno risposto “No”, la Sardegna non può offrire un futuro. Se può consolare il fatto che la maggioranza, appunto il 61%, veda il bicchiere mezzo pieno, e dunque immagini per sé e per i suoi coetanei un domani più o meno radioso nell’isola, è il dato scorporato per genere che evidenzia come il pessimismo, o comunque una diversa percezione della realtà, alberghi soprattutto fra le ragazze: se la maggioranza dei maschi (il 72%), infatti, ritiene che la Sardegna possa offrire loro un futuro dignitoso, la metà delle donne (49%) non crede sia possibile, probabilmente anche perché la parità tra sessi nel mondo del lavoro è tutta da costruire, qui come altrove.

È solo uno dei dati che emergono dal rapporto “Giovani e spopolamento giovanile nel Centro Sardegna”, al quale undici studenti del liceo delle scienze umane Sebastiano Satta hanno lavorato per oltre un anno sotto la supervisione dei sociologi Salvatore Chessa e Pino D’Antonio, il primo docente dell’istituto diretto da Carla Marchetti, il secondo presidente dell’impresa sociale Nuovi Scenari. Durante la stesura hanno avuto frequenti contatti con l’università di Sassari. Gli autori della ricerca, che il prossimo anno affronteranno la maturità, hanno intervistato 627 studenti provenienti dai dieci istituti superiori della città e da due di Tortolì. Qualcosa di più dunque di un semplice campione, visto che il totale dei diplomandi dello scorso anno scolastico era attorno alle ottocento unità.

Il rapporto prende anzitutto in considerazione il calo crescente della popolazione nella provincia di Nuoro, che negli ultimi vent’anni è diminuito di oltre undicimila unità (il dato considera anche il territorio dell’Ogliastra). Se il flusso migratorio è costante, è soprattutto il saldo tra nascite e decessi a preoccupare: in sostanza un rapporto di uno a due in particolare negli ultimi anni, pur in presenza di un costante allungamento delle aspettative di vita, e dunque dovuto al calo vertiginoso delle nascite (dalle 1800 del 2002 si è passati alle 1285 del 2018). È chiaro come in questo quadro gli intervistati, che sono al 61% pendolari, cioè vengono dai centri più piccoli, spesso dell’interno, abbiano una percezione chiara e vissuta del fenomeno dello spopolamento nel centro Sardegna: solo il 5% di loro infatti non ne ha mai sentito parlare. I ragazzi vedono il principale indicatore “nell’incremento del numero dei giovani che vanno via” ma anche nella costante chiusura di attività imprenditoriali nei luoghi in cui vivono. Ultima non certo per importanza, la mancanza di ricambio generazionale nel mondo del lavoro.

In questo quadro alla domanda “Che progetti hai dopo il diploma” il 46% ha manifestato l’intenzione di restare in Sardegna: continuando gli studi (il 34%), lavorando (5%) o facendo entrambe le cose (7%); ma a fronte di una percentuale di indecisi (14%), il 40% degli intervistati vede il proprio futuro immediato, come abbiamo visto lavorativo o di studi, fuori dall’isola. Tra questi, la maggior parte perché ritiene di avere maggiori opportunità (39%).

Torniamo al dato che si diceva all’inizio, e cioè la percezione negli intervistati sulle possibilità future offerte dall’isola. Abbiamo visto che il 61% degli studenti ha risposto manifestando un sostanziale ottimismo, e come questa percezione sia molto più diffusa tra i maschi. Ma sono i dati scorporati per istituto a evidenziare ulteriori aspetti: proprio al liceo Satta, infatti, la percentuale degli “apocalittici” rasenta il 52% (va detto che le donne in questo istituto sono circa quattro volte più numerose degli uomini), e raggiunge il 62,8% al liceo classico Asproni. Va decisamente meglio negli istituti tecnici, dove gli “ottimisti” sono in media oltre il 70%, con il record dell’Ipsia di Tortolì (94%). Gli autori della ricerca, che ha il contributo finanziario della Fondazione di Sardegna, sono Giulia Poggiu, Chiara Sesto, Francesco Mariano Ticca, Lisa Lai, Sara Bellu, Alessia Carta, Monica Casula, Gaia Mameli, Lucrezia Murdeu, Luca Mattu e Greta Sanna.

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