La Nuova Sardegna

Nuoro

Sindacopoli, in tribunale la tranche barbaricina

di Valeria Gianoglio
Sindacopoli, in tribunale la tranche barbaricina

Approda a Nuoro il filone che riguarda alcuni appalti dell’Unione dei comuni Ai quattro indagati viene contestata anche la frode nelle pubbliche forniture

15 gennaio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





NUORO. È approdata a Nuoro, davanti al gip Claudio Cozzella, la tranche dell’inchiesta “sindacopoli” che è stata stralciata dal filone madre e assegnata al tribunale barbaricino per competenza territoriale, così come avevano chiesto alcuni avvocati della difesa. Nella tranche nuorese gli indagati sono quattro e sono accusati, in sostanza, di aver costituito un sistema collaudato per gestire in modo irregolare alcuni appalti affidandoli poi, in modo altrettanto irregolare, nel 2014, a professionisti di loro scelta. I quattro indagati sono: Salvatore Pinna, di Desulo, difeso dall’avvocato Giulia Bongiorno, sostituita ieri in aula da Gianluigi Mastio, l’ex sindaco di Belvì, Rinaldo Arangino, difeso da Massimiliano Ravenna, Francesco Chessa, di Loculi, difeso da Basilio Brodu, e Davide Soro, di Ollolai, difeso da Sebastian Cocco. Nell’udienza di ieri si sarebbe dovuto discutere sui rinvii a giudizio ma a causa di una notifica irregolare, è stato tutto rinviato alla prossima tappa fissata per il 28 aprile. La richiesta di rinvio a giudizio era stata depositata dal pm lo scorso 3 ottobre.

Ai quattro indagati l’accusa contesta, in concorso tra loro, l’articolo 353 del codice penale, ovvero la “turbata libertà degli incanti”, e l’articolo 356, ovvero la “frode nelle pubbliche forniture”. Secondo l’accusa, in sostanza, i quattro si sarebbero messi d’accordo anche con un altro attuale indagato – Paolo Porcu, che tuttavia verrà giudicato separatamente – per turbare la gara d’appalto del programma di sviluppo rurale degli anni 2007-2013, bandita dall’Unione dei comuni della Barbagia, con capofila Ollolai, e relativa ad alcuni interventi di ristrutturazione e recupero architettonico nei comuni di Gavoi, Ollolai, Olzai, Oniferi, Ovodda, Sarule e Tiana. Sempre stando alle accuse che poi sono approdate nella richiesta di rinvio a giudizio, ciascuno dei quattro indagati, all’interno di questo contesto, avrebbe avuto un ruolo preciso. E in particolare, l’ex sindaco di Belvì, Rinaldo Arangino , «promuoveva la richiesta di finanziamento, in funzione della successiva gestione diretta degli appalti, coinvolgendo Paolo Porcu – in luogo delle amministrazioni comunali interessate – nella gestione delle schede progettuali necessarie per la richiesta di finanziamenti».

Porcu, poi, sempre secondo l’accusa, «raccoglieva dagli amministratori locali le indicazioni in ordine alle opere da eseguire, e concertava con Arangino e Pinna la suddivisione degli appalti dei servizi tra professionisti di loro scelta». Davide Soro, invece, responsabile unico del procedimento dell’Unione dei Comuni della Barbagia, «si prestava ad aggiudicare gli appalti per gli interventi di ristrutturazione e recupero architettonico ai professionisti prescelti», a prescindere dalle gare d’appalto.



Verso le elezioni

Tredici sardi in corsa per uno scranno nel Parlamento europeo: ecco tutti i nomi

di Umberto Aime
Le nostre iniziative