La Nuova Sardegna

Nuoro

Centri rimpatri a Macomer, la minoranza chiede di nuovo le dimissioni della giunta

Centri rimpatri a Macomer, la minoranza chiede di nuovo le dimissioni della giunta

"I Cpr per noi non sono un volano per l'economia ma una vergogna in Italia e in Europa"

25 gennaio 2020
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NUORO. «Dimissioni per la maggioranza nel Consiglio comunale di Macomer». È quanto chiede il gruppo di minoranza Uniamoci per Macomer, i cui quattro consiglieri si erano dimessi in seguito al caso giudiziario Ippocrate che ha portato agli arresti domiciliari il sindaco Antonio Succu. E lo fa attraverso una conferenza stampa convocata oggi nella cittadina del Marghine, dopo l'apertura del Centro regionale per il rimpatrio, la goccia che ha fatto traboccare il vaso: per la maggioranza il Cpr è un «volano dell'economia che porta posti di lavoro», per la minoranza, invece, «un'occasione persa per fare davvero un piano strategico per risollevare la città dalla crisi».

«La situazione della nostra città è abbastanza critica e il Cpr sta preoccupando tutti sia per la dignità di chi verrà detenuto all'interno sia per Macomer che da qualche giorno è militarizzata - ha spiegato l'avvocato Riccardo Uda, uno dei primi quattro a dimettersi in occasione della vicenda giudiziaria Ippocrate -. I Cpr per noi non sono il volano dell'economia ma una vergogna in Italia e in Europa. Ancora una volta chiediamo le dimissioni dell'amministrazione comunale e non solo per il Cpr: con un'accusa di voto di scambio da parte della Procura di Oristano è auspicabile tornare a libere elezioni». Presenti alla conferenza stampa Maria Luisa Mutzu, Aldo Demontis, Arturo Uleri e Daniele Nieddu.

«Chiediamo le dimissioni della maggioranza in maniera univoca - ha aggiunto Uleri, entrato in surroga nel dicembre scorso e dimessosi qualche giorno fa - La mancanza di risposte alle legittime domande di noi consiglieri ma anche della comunità, da parte della Giunta, la volontà di silenziare le voci di dissenso, la palese noncuranza delle regole di funzionamento del Consiglio, le delibere fantasma sul sito e la violenza verbale della maggioranza sono l'evidente sintomo di una amministrazione allo sbando, tenuta in piedi solo dall'indennità di funzione e dalla rivalsa non sappiamo nei confronti di chi. Si torni a votare al più presto», ha concluso l'ex consigliere. (ANSA).

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