La Nuova Sardegna

Nuoro

Assalto al portavalori a Grosseto: «Nessuna arma da guerra»

Assalto al portavalori a Grosseto: «Nessuna arma da guerra»

TALANA. «Si ritiene doveroso segnalare che per quanto è possibile trarre dalla documentazione balistica in atti, è estremamente improbabile, se non del tutto impossibile, che i bossoli repertati,...

31 gennaio 2020
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TALANA. «Si ritiene doveroso segnalare che per quanto è possibile trarre dalla documentazione balistica in atti, è estremamente improbabile, se non del tutto impossibile, che i bossoli repertati, siano reliquati dallo sparo con un’arma semiautomatica e men che mai con un’arma automatica dei tipi ipotizzati dagli inquirenti». Per Claudio Gentile, grande esperto di balistica – era stato incaricato anche al processo Marta Russo – il consulente della difesa, rappresentata dagli avvocati Nazarena Tilocca e Paolo Pilia, al processo per il tentato assalto a un portavalori in provincia di Grosseto nel maggio 2012, non ci sono dubbi: il giorno dei fatti contestati, e per i quali sono finiti a giudizio i talanesi Franco Arzu e Michele Serra, non ci fu alcun conflitto a fuoco con l’utilizzo di armi da guerra, né di un fucile mitragliatore, così come avevano ipotizzato gli investigatori e poi contestato agli imputati. Nessun’arma pesante, dunque, ma gli elementi rimasti sul luogo del tentato assalto, ovvero diversi bossoli, dice l’esperto, «è molto più verosimile che siano stati espulsi da un’arma a ripetizione manuale di tipo Bolt action, probabilmente di classe Mauser o da essa derivata. La cartuccia calibro 308 Win ottenne un ummediato ed eccezionale successo tra i cacciatori di tutto il mondo per l’incredibile precisione di tiro e la potenza più che sufficiente per insidiare cinghiali e ungulati in genere.Ancora oggi è considerata la scelta migliore per tali forme di caccia e pressoch§è tutte le fabbriche di armi al mondo producono carabine bolt action e semiautomatiche di questo calibro». «Se si tiene conto poi – aggiunge in conclusione il consulente della difesa – che il teatro dell’evento è in piena Maremma, e per di più in una zona destinata alla caccia del cinghiale, sarebbe giusto verificare meglio l’origine dei bossoli repertati». (v.g.)



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