La Nuova Sardegna

Nuoro

Diga di Maccheronis «Emergenza annunciata»

di Sergio Secci
Diga di Maccheronis «Emergenza annunciata»

Torpè, con l’invaso mezzo vuoto chiesta una deroga del piano di laminazione Guiso: «Entra una quantità d’acqua di poco superiore a quanta se ne consuma»

27 febbraio 2020
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TORPÈ. È di circa tredici milioni di metri cubi la quantità invasata a ieri nel bacino del Maccheronis che imbriglia il Rio Posada. Una quantità che non potrebbe essere sufficiente a garantire l’approvvigionamento idrico e l’irrigazione ai campi per tutta l’estate ai paesi della costa che va da Siniscola a San Teodoro. La speranza è che nei prossimi mesi, la pioggia possa riempire il lago ma, in attesa delle perturbazioni che si spera portino tanta acqua, la Giunta regionale, dovrebbe a breve prendere provvedimenti per concedere una deroga al piano di laminazione dell’invaso che sino al 31 marzo, non consente di riempire per intero il lago.

«Con il protrarsi della siccità sta entrando in diga poco più del liquido che si consuma ogni giorno – sottolinea il presidente del Consorzio di bonifica Ambrogio Guiso. Iniziamo quindi ad essere preoccupati per quello che potrà succedere nei prossimi mesi».

Per motivi di protezione civile susseguenti alla disastrosa alluvione del 2013, nel 2016 è stato infatti adottato il piano di laminazione statica dell’invaso che regola i livelli massimi che il serbatoio può raggiungere a seconda del periodo stagionale, destinando una quota parte del volume d’invaso ad accogliere le portate di piena provenienti dal bacino.

Nel periodo invernale il serbatoio deve essere lasciato quasi vuoto per consentire una graduale riempimento a primavera e sino al 31 marzo, la quota massima del lago, non può essere superiore a 40 e 50 metri sul livello del mare per un volume disponibile di 20,4 milioni di metri cubi. Solo dopo, può essere consentito il raggiungimento della quota di massima per una capacità di quasi 25milioni di metri cubi d’acqua.

«Gli otto milioni di metri cubi che sono stati rilasciati a mare il mese scorso, ci sarebbero serviti come il pane nei prossimi mesi – prosegue il presidente Guiso –. Speriamo ora nelle piogge e che in futuro, il piano di laminazione venga modificato in maniera tale da non portarci a rischiare di restare con l’invaso semivuoto».

Ambrogio Guiso si chiede inoltre come mai non sia ancora operativo il sistema di monitoraggio idropluviometrico continuo dei livelli del serbatoio che garantisce la trasmissione del dato alla Protezione Civile.

«Un sistema – conclude il presidente del Consorzio di bonifica – che consentirebbe di garantire in tempi reali un efficace controllo dei volumi in ingresso al serbatoio».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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