Coronavirus, Nuoro: per i minori in quarantena partite di calcio a due
Il paradosso degli 11 ragazzi ospiti nella comunità Il Mandorlo: tutti insieme in casa, in campo a turno
19 aprile 2020
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NUORO. «Mi auguro che dalla drammatica esperienza del coronavirus venga fuori una pubblica amministrazione più efficace. Assistiamo a paradossi burocratici che mettono a nudo la fragilità del nostro sistema, anche di fronte agli aspetti più banali», dice don Mariani che raramente smette gli abiti del sociologo. «Faccio qualche esempio per essere più chiaro. Nella casa di accoglienza dei minori Il Mandorlo, in via Trieste, attualmente ci sono undici ragazzi in quarantena. Sotto lo stabile c’è un campetto recintato per giocare a pallone, una pertinenza dell’edificio. Be’, un giorno passano i carabinieri e ti dicono che anche se sono solo in due non possono giocare a pallone, benché ci sia un cancello, un’inferriata e l’area sia chiusa. Poi è la volta dei vigili urbani che dicono che si può, ma poco dopo arriva la polizia per la quale è un assembramento e dunque non si può giocare». Com’è andata finire? «I ragazzi vanno nel campetto due per volta, e si fanno i turni. Il paradosso è che vivono tutti insieme nella casa sopra, e c’è più distanza tra loro nel campetto che nel salone dove si riuniscono».
«Faccio un altro esempio. Un malato di Alzheimer – continua don Francesco Mariani – può uscire di casa con l’accompagnatore? Il ministero della salute dice sì, la protezione civile non lo so, la prefettura dice no. Per non parlare della confusione della Regione sulle date per le domande di cassa integrazione in deroga, modificate a più riprese in corso d’opera, generando ansia nei cittadini. Questa epidemia ha dimostrato tutta la fragilità della pubblica amministrazione». (p.me.)
«Faccio un altro esempio. Un malato di Alzheimer – continua don Francesco Mariani – può uscire di casa con l’accompagnatore? Il ministero della salute dice sì, la protezione civile non lo so, la prefettura dice no. Per non parlare della confusione della Regione sulle date per le domande di cassa integrazione in deroga, modificate a più riprese in corso d’opera, generando ansia nei cittadini. Questa epidemia ha dimostrato tutta la fragilità della pubblica amministrazione». (p.me.)