La Nuova Sardegna

Nuoro

«Dichiarare lo stato di crisi a sostegno della cultura»

di Alessandro Mele
«Dichiarare lo stato di crisi a sostegno della cultura»

L’assessore Cocco: si estendano al settore gli strumenti a tutela dell’occupazione Sos delle associazioni di tradizioni popolari per la cancellazione degli eventi

27 aprile 2020
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NUORO. Il mondo della cultura è in crisi e sarà l’ultimo a ripartire. In città sono centinaia le associazioni culturali, decine solo nel comparto delle tradizioni popolari tra cori, gruppi di ballo e formazioni di canto a tenore che vedranno la propria stagione artistica cancellata. Ancor peggio, resta a zero anche l’apparato dell’indotto economico legato alla cultura: a partire da fonici, tecnici e specialisti, per arrivare ai torronai, alla ristorazione e al settore alberghiero. Nel nuorese si registrano centinaia di casi di nuove povertà e sulla questione interviene l’assessore alla Cultura Sebastian Cocco: «Ho letto proprio sulla Nuova Sardegna le preoccupazioni di alcuni membri delle associazioni di tradizioni popolari. Non posso che farle mie – ha commentato il vicesindaco –. In questi anni ho potuto apprezzare una passione autentica e unica di queste realtà le quali sostengono sforzi immani non solo personali ma anche economici. So di rappresentanti di associazioni che impegnano la propria abitazione a garanzia della solvibilità dei prestiti che contraggono a nome del sodalizio. Se non è passione questa! Penso ai tantissimi nuoresi disseminati per i vari gruppi che non vogliono mettere in quarantena il molteplice e decisivo ruolo che esercitano: non solo quello di custodi della cultura ma anche quello di divulgatori i cui benefici, anche economici, vanno a vantaggio di tutta la città. L’emergenza ha messo in luce la fragilità del sistema culturale sul piano generale. È indifferibile che settore della cultura, da un lato, e politica, dall’altro, debbano fare il loro dovere. Occorre una strategia dedicata e condivisa». L’esigenza di provvedimenti immediati: «Credo – prosegue Cocco – che occorra dichiarare lo stato di crisi per l'intero settore culturale pubblico e privato ed estendere tutti gli strumenti disponibili di tutela dell'occupazione previsti a tutte le categorie di lavoratori, a prescindere dalle tipologie di contratto. Non va dimenticato che quello della cultura e dello spettacolo è uno dei settori dove il precariato è strutturale e dunque occorre introdurre strumenti di tutela rafforzati nei confronti dei lavoratori. Sul piano locale, invece, emanare norme specifiche per autorizzare gli enti locali ad operare in deroga a norme generali e specifiche concernenti l'erogazione di contributi alle attività culturali e la riscossione di oneri e imposte locali. Solo con queste misure possiamo aiutare un mondo concorre a rappresentare la faccia migliore della città». La convocazione degli stati generali: «La crisi si riversa a cascata sulle dinamiche locali. Le realtà culturali nuoresi hanno reagito con una serie di proposte lodevoli. Ma per la cosiddetta fase 2 occorre che si riuniscano gli Stati generali della cultura nuorese: istituzioni pubbliche, imprese culturali, professionisti, associazioni debbono stringersi per elaborare un vero e proprio piano strategico. E di questo mi farò promotore come assessore alla Cultura». Cultura all’ultimo posto nelle riaperture: «Non capisco perché le misure di distanziamento sociale possano essere efficaci in un supermercato o in un ristorante e non in un teatro o in un cinema. Ritengo – conclude – che la responsabilità che i cittadini hanno dimostrato in questa lunga fase di emergenza sia ormai entrata nel modo di rapportarsi alla nuova quotidianità. Mi chiedo se non abbiano necessità di soddisfare le loro esigenze primarie anche tutte le famiglie delle figure che rendono possibile la fruizione al pubblico, dal regista, al ragazzo che si occupa del palcoscenico».

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