La Nuova Sardegna

Nuoro

Baristi e ristoratori: le regole Inail sono assurde

Baristi e ristoratori: le regole Inail sono assurde

Pubblici esercizi pronti a non ripartire. Nanu (Confcommercio): «Così perderemo molti posti di lavoro» 

16 maggio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





NUORO. «Con queste misure molti di noi non riapriranno. Pensare che si possa lavorare facendo rispettare le distanze in locali come i nostri è assurdo». È il grido d’allarme dei Ristoratori Confcommercio alle prescrizioni Inail. «Già ipotizzare di dover riaprire per accogliere metà dei clienti e quindi avere gli introiti dimezzati pensando ai costi che ha un’azienda, è inconcepibile, non ne vale la pena – dice Silverio Nanu – rappresentante dei Pubblici esercizi per Confcommercio Nuoro Ogliastra –. Provate ad immaginare un cliente per quattro metri quadrati e la distanza di due metri da ogni seduta che significa alla fine almeno due metri e mezzo, non sarà possibile coprire assolutamente i costi, sia fissi sia variabili. Pertanto un locale che non ha la possibilità di potersi espandere all’esterno di 60 metri quadri può accogliere al massimo 15 persone; oppure un bar con dimensione ancora più piccole di cosa dovrà lavorare? Già un metro di distanza va a dimezzare gli spazi figuriamoci i quattro metri quadri a cliente. Il tutto mi sembra talmente surreale da sembrare assurdo. Abbiamo un assoluto bisogno di riaprire i nostri ristoranti e bar – sottolinea Nanu – ma se le condizioni sono quelle indicate nei Documenti tecnici pubblicati ieri dall’Inail, io non riaprirò e come me saranno in tanti».

Essendo un documento tecnico ristoratori e baristi si aspettavano che la politica, intervenisse per far rivedere questi parametri, renderli realistici e chiari.

«Con questa misura – aggiunge Nanu – perderemo una parte importante di seri professioni della ristorazione e dei bar oltre ad una perdita importante di posti di lavoro. I pubblici esercizi sono per principio luoghi di relazione e quindi di rapporti umani e socialità, come si fa a trasformarli in luoghi dove noi operatori dovremmo fare i guardiani della distanza? Non è assolutamente proponibile. Inoltrte – aggiunge il rappresentante dei Pubblici esercizi – non può passare in secondo ordine la necessità di aiuti concreti per la categoria che, a parte la mancia dei 600 euro, non ha visto niente se non la possibilità di indebitarsi ulteriormente con le banche e quindi compromettere nel futuro l’equilibrio della propria attività».

Poi la domanda finale della categoria che ancora si chiede se i turisti arriveranno o no, e se saranno sufficienti a garantire un minimo di redditività alle aziende del territorio. Perché malgrado l’incertezza e la poca chiarezza, la voglia di lavorare è tanta. « Metteteci nelle condizioni di tornare ai fornelli o dietro ai banconi – conclude Nanu – con la passione e l’entusiasmo di sempre». (k.s.)

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative