La Nuova Sardegna

Nuoro

Turismo sulle rotte della transumanza

di Alessandra Porcu
Turismo sulle rotte della transumanza

Bolotana, anche russi e americani partecipano all’esperienza con gli allevatori

02 luglio 2020
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BOLOTANA. L’11 dicembre 2019 l’Unesco ha proclamato la transumanza patrimonio culturale immateriale dell’umanità. La migrazione stagionale del bestiame dai pascoli di pianura a quelli montuosi e viceversa, ha radici profonde. Antichissime. «È una pratica che si tramanda di padre in figlio, da generazioni. Nel Marghine, al contrario di altre zone, non è mai stata abbandonata», spiega Bettina Uda. Lei, 42 anni di Bolotana, dal 2015 lavora nel territorio per promuovere l’ecoturismo esperienziale. Nel 2019 il suo progetto sulla transumanza ha vinto il primo contest del Portale Sardinia Point aggiudicandosi il titolo di “Best wow experience”. «Mi impegno – racconta – per cercare di valorizzare la nostra terra e le sue bellezze. L’intento è quello di offrire percorsi variegati che possano permettere ai visitatori di calarsi profondamente, e in prima persona, nella realtà circostante». Da qui l’idea di dar vita a “Trubbande”. «Chi lo desidera ha la possibilità di seguire gli allevatori e le loro mucche nel cammino che separa i luoghi in cui il gregge sverna da quelli dove trascorre i mesi più caldi. È capitato di accompagnare persino russi e americani in questa avventura un po’ atipica», dice. L’ultima transumanza, guidata dall’allevatore birorese Peppino Chessa, è andata in scena lo scorso 28 giugno. Partenza alle 8.30 da un terreno che si trova a Santa Maria Sauccu, nel territorio di Bortigali. Arrivo alle 13.30 nelle campagne al confine tra Birori e Borore. 20 km in tutto. 5 ore di camminata, lenta, per dare alla comitiva l’opportunità di ammirare i paesaggi, osservare gli animali e comprendere il valore inestimabile del legame tra uomo e natura. «Ogni viaggio è diverso dall’altro. Si conoscono persone nuove, nascono amicizie. Si può persino assistere al salvataggio di un vitellino. È successo proprio domenica scorsa – racconta Bettina –. Il piccolo stava rischiando di cadere in un dirupo ma l’intervento dei pastori ha evitato il peggio. E ad attendere il cucciolo c’era l’intera mandria. Nessuno viene lasciato solo durante la transumanza. Questo è l’insegnamento che ho imparato».

Ma turismo esperienziale significa anche profumi e sapori del territorio. Alla fine di ogni itinerario si mangia e si beve tutti insieme. «La convivialità dei nostri pastori è nota. Così come l’accoglienza riservata dai titolari degli agriturismo o delle altre strutture con cui collaboriamo. Sinergia, è la parola d’ordine per far crescere il Marghine e non solo. Il Portale Sardegna Point è un circuito virtuoso costituito da 30 aziende e da giovani che, come me, credono nelle potenzialità della terra in cui sono nati. È una sfida non semplice – ammette Bettina Uda – spesso bisogna fare i conti con lungaggini burocratiche e finanziamenti che non arrivano. Però, vale sempre la pena tentare».

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