La Nuova Sardegna

Nuoro

Fuoco a Orrì, un anno dopo restano i danni

di Lamberto Cugudda
Fuoco a Orrì, un anno dopo restano i danni

Il sindaco di Tortolì: «Ancora oggi se penso a quel rogo devastante sto male». Obiettivo prevenzione

11 luglio 2020
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TORTOLÌ. A un anno di distanza dal terribile muro di fuoco che investì la zona di Orrì, il ricordo è ancora vivo. Tutto iniziò alle 14.15 di sabato 13 luglio, a poca distanza dalla vecchia strada statale 125-Orientale sarda, per poi proseguire nelle collinette alle spalle della zona di san Salvatore. Le alte fiamme, sospinte dal forte cento di maestrale, proseguirono sul crinale delle colline e anche vicinissime alle spiagge fino alla zona di Foxilioni. Il violento rogo, sospinto dalle folate di maestrale venne spento dalle centinaia di uomini impegnati sul fronte intorno alle 6 del mattino successivo dopo che vennero divorati dalle fiamme oltre 750 ettari di macchia mediterranea e coltivazioni, case di campagne, tanti animali. Vennero fatti evacuare dalle spiagge ì circa 8.500 bagnanti così come 35 abitazioni, un agriturismo, un’area camper e un campeggio.

«Il 13 luglio, ma anche il giorno successivo, quando si iniziò a vedere meglio il “dramma ambientale” – dice il sindaco Massimo Cannas, che restò dal pomeriggio alla notte nella zona – furono terribili e ancora adesso, a pensarci sto male. Ma la macchia mediterranea, grazie alla rigogliosa natura, sta ricrescendo al meglio. Mentre negli alberi ad alto e medio fusto, nelle colline, si nota ancora il passaggio delle fiamme». A parere del primo cittadino occorre fare sempre più sul tema della prevenzione antincendio e degli interventi rispetto al rischio incendi di interfaccia. «L’incendio boschivo – viene spiegato – è considerato di interfaccia quando interessa anche i centri abitati e le infrastrutture». Oltre a questo, dal Comune si è già chiesto in Regione che possano essere ristorati dei gravi danni subiti in seguito al terribile rogo del 13 luglio dello scorso anno «alcune categorie rimaste fuori dai due bandi già fatti». Anche per l’assessore all’Ambiente, Walter Cattari «sul tema della prevenzione antincendio occorre fare sempre di più, per evitare che simili distruzioni ambientali non si abbiano più a registrare».

Per capire quella giornata da apocalisse, basta ricordare che a operare furono quattro Canadair, quattro elicotteri regionali, il Super Puma, oltre alle squadre a terra dei vigili del fuoco, del Corpo forestale, delle forze dell’ordine e della Protezione civile. Mentre si pensava di avere spento l’incendio, alle 19.15 il maestrale riprese a soffiare, alimentando le fiamme che si spostarono verso sud, a Foxi Lioni, dove tante abitazioni vennero evacuate. Le alte temperature fecero esplodere numerose bombole di gpl custodite all’esterno delle case. Per l’incendio venne iscritto nel registro degli indagati,, un uomo originario di Arzana con l’accusa di incendio colposo. A causare l’incendio in un terreno di sua proprietà potrebbe essere stato un rogo di potatura di un frutteto.

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