La Nuova Sardegna

Nuoro

Tredici sindaci uniti a sostegno dell'ospedale di Sorgono

Tredici sindaci uniti a sostegno dell'ospedale di Sorgono

Barbagia e Mandrolisai mobilitate: "Dovevamo festeggiare il 60° anniversario del presidio ma celebriamo un malato morente"

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SORGONO. Nel 60/o anniversario della nascita dell'ospedale San Camillo di Sorgono nessuna celebrazione ma fasce tricolori listate a lutto. I 13 sindaci della Barbagia Mandrolisai, a seguito dei tagli degli ultimi anni, hanno celebrato metaforicamente il «requiem dell'ospedale». Stamattina 14 luglio  il sit-in dei primi cittadini, l'ultimo di una lunga serie di manifestazioni organizzate negli anni, per rivendicare ancora una volta il diritto alla salute dei 13 paesi - 15mila abitanti in tutto - in un angolo della Sardegna interna molto lontano dalle altre strutture ospedaliere.

Un lungo drappo nero per un ospedale listato a lutto. «Avremmo dovuto festeggiare il 60/o anniversario con un ospedale rinvigorito e vitale per il territorio, ma festeggiamo un malato morente depotenziato anche dei servizi minimi - attacca Cristina Sedda, sindaca di Ovodda -. Chiediamo alla Regione che l'ospedale sia potenziato per metterci nelle condizioni di avere un punto di riferimento per la salute dei cittadini non una scatola vuota senza nessun servizio».

«Vogliamo un Pronto soccorso efficiente, il reparto di chirurgia e radiologia attivi, un punto assistenza per le partorienti e tanti altri servizi che ora non abbiamo - ha aggiunto il sindaco di Sorgono Giovanni Arru - Per questo abbiamo scritto un documento da portare all'assessorato alla Sanità: vogliamo essere ricevuti e ascoltati. Abbiamo bisogno di un presidio ospedaliero così come lo abbiamo conosciuto».

E Gualtiero Mameli, sindaco di Aritzo, conclude: «Chiediamo che venga applicato il protocollo previsto dalla legge di riordino dei presidi ospedalieri della zona interna. Vanno garantiti i servizi sanitari essenziali, non è possibile andare sempre al primo ospedale disponibile che è quello di Nuoro e che dista da qui almeno un'ora e mezzo vista l'orografia delle strade. La Regione ci dia le risposte che cerchiamo».

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