La Nuova Sardegna

Nuoro

Concimi biologici per la Malvasia doc

di Alessandro Farina
Concimi biologici per la Malvasia doc

Bosa, il dipartimento di Agraria dell’università di Sassari presenta il progetto nell’azienda vitivinicola Columbu

09 settembre 2020
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BOSA. Sul dolce pendio di Fraus, riparato dai freddi venti invernali ed esposto a quelli più miti del Mediterraneo, la brezza trasporta nell’aria i profumi del vitigno Malvasia. Qui si produce una parte di quel vino doc legato alla cultura e alla storia di Bosa e della Planargia, che guarda però sempre più anche all’innovazione e a un utilizzo attento e razionale del territorio, che permetta maggiore e migliore produzione biologica. A Fraus infatti la vitivinicola Columbu ha presentato ieri il progetto di “Sperimentazione sui protocolli di concimazione biologica” attuato per la prima volta in una vigna dove si produce il vino Malvasia di Bosa Doc. Progetto avviato dall’azienda in stretta collaborazione con la Eurovix Spa e l’apporto scientifico dei ricercatori e docenti del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari. Chiusa la prima parte del progetto, la seconda verrà dopo vendemmia e vinificazione, tutto approderà ad un attento studio che sarà pubblicato su una rivista scientifica. Nella vitivinicola Giovanni Battista Columbu ieri hanno fatto gli onori i padroni di casa, Gian Michele Columbu e Vanna Mazzon. Presenti i ricercatori di Eurovix Nicola Secchi e Nevio Pasquini e docenti e ricercatori dell’Università di Sassari: Filippo Gambella, Costantino Fadda, Luca Mercenaro e Alberto Sassu. Obiettivo della sperimentazione “Predisporre un protocollo di gestione della nutrizione da poter impiegare in sistemi ad alta sostenibilità ambientale, per esaltare le peculiarità di questo vitigno e del suo prodotto”. In sostanza utilizzare concimi biologici o comunque limitare l’utilizzo di quelli chimici, dove la vigna in qualche modo “soffre”. Ad esempio per un periodo di siccità prolungata, come anche quest’anno, quattro i protocolli testati in una parte del vigneto monitorata anche dall’alto con l’utilizzo di un drone dotato di una serie di sensori. In ciascuna frazione di vigna oggetto di studio sono stati applicati trattamenti con materiale biologico, come miscele di enzimi batterici o anche alghe marine. «Dopo la vendemmia le uve soggette a differenti protocolli, saranno sottoposte a vinificazione separata. Quindi fra 8/10 mesi sarà valutata l’influenza della differente gestione agronomica rispetto alle caratteristiche sensoriali e chimico fisiche del vino Malvasia di Bosa prodotto. L’ulteriore passo chiude il cerchio della sperimentazione e arriva la sintesi scientifica. «La ricerca, che fa capo ad una sempre più indispensabile “agricoltura di precisione” – spiega il docente Gambella – diventerà un modello mirato».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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