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processo 

Pestaggio al falò, la teste: «Ho temuto che lo ammazzassero»

NUORO. «Stavo rientrando a casa in macchina e all’altezza di viale Repubblica avevo visto correre un ragazzo lungo una stradina che scende da via Costituzione. Aveva inciampato e mi ero fermata per...

09 aprile 2021
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NUORO. «Stavo rientrando a casa in macchina e all’altezza di viale Repubblica avevo visto correre un ragazzo lungo una stradina che scende da via Costituzione. Aveva inciampato e mi ero fermata per aiutarlo. Un istante dopo, però, avevo visto arrivare due o tre persone che lo avevano raggiunto e avevano iniziato a picchiarlo con violenza. Poi uno di loro si era avvicinato alla mia macchina e aveva tentata di aprirla. Gli avevo urlato di smetterla di colpirlo perché rischiavano di ammazzarlo. Ricordo che non si capiva bene cosa dicesse, era ubriaco, e mi aveva risposto che era stato lui a picchiare per primo». Daniela Maulu la notte del 21 gennaio di tre anni fa aveva assistito al pestaggio di Giovanni Piredda, scoppiato nel bel mezzo dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio e per il quale è a processo Massimo Careddu (l’unico ad aver scelto il rito ordinario) difeso dall’avvocato Maria Antonietta Delogu. Durante il tradizionale falò, in viale Repubblica, Piredda aveva rivolto parole di apprezzamento verso alcune ragazze ed era stato ripreso da Romolo Usai. Non avendo gradito l’affronto, Piredda si era armato di mestolo e aveva colpito l’uomo al volto. Gli amici di Usai, così, avevano organizzato subito una spedizione punitiva nei suoi confronti. (k.s.)

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