La Nuova Sardegna

Nuoro

Sa leppa di legno contro il Covid

Francesco Pirisi
Sa leppa di legno contro il Covid

Dalla fotografia all’artigianato, Franco Stefano Ruiu racconta il suo hobby per superare la pandemia

02 ottobre 2021
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NUORO. I coltelli tradizionali, sas leppas, realizzati interamente in legno. Li si può trovare a Nuoro, da Franco Stefano Ruiu, noto per i suoi trascorsi da documentarista della tradizione sarda. Ma niente laboratorio ufficiale o negozio. Piuttosto un hobby della terza età, che però promette di affermarsi. Non lo dice certo l’interessato. Piuttosto l’occhio dell’osservatore, che si posa sul tavolino stretto nell’angolo del cortiletto di casa, a Biscollai: coltelli già rifiniti, altri in attesa degli ultimi tocchi dell’artigiano, pezzi di legno di abete, ginepro, olivo pronti per l’uso. Nel ripiano anche il traforo, caro agli studenti di qualche decennio fa, il seghetto e la levigatrice elettrici. «Sono gli strumenti più familiari di queste giornate da pensionato», racconta Franco Stefano, già funzionario nel settore pubblico. «L’inizio è stato come necessitato, un anno fa, quando con il Covid si è posto il problema di rendere meno pesante il tempo del confinamento».

I ripieghi potevano essere i social o l’abbonamento a una serie infinita di film. «Uno dei miei figli ha risolto in partenza l’alternativa – continua Ruiu – e con una tavoletta in mano mi ha chiesto di fargli un coltello». Si è trattato del primo di una settantina di manufatti, che ha regolarmente regalato agli amici. Ma ancor prima è stata una liberazione spirituale, dalla clausura, tanto più attesa per uno che per diversi lustri ha visitato ogni angolo della Sardegna, per immortalare feste e tradizioni: «Visto il primo risultato, ho deciso di dedicarmici con costanza e un certo approfondimento della materia». Il modello sono appunto i “pezzi” realizzati dai coltellinai di Pattada e Santu Lussurgiu, e nel Campidano. Ma solo per la forma e i particolari, perché senza lame, chiodi e guarnizioni in metallo, e col solo ed esclusivo legno, il “coltello” di Ruiu è un “pezzo” per impreziosire un tavolino o una vetrina. Grazie a un’arte che si fa affinando e soprattutto al “dialogo” con la tavola che si ha tra le mani: «Dialogo con il legno, con le su venature – spiega l’hobbista – che mi indicano lo stesso disegno, anche modificando le linee che avevo immaginato. Certo venature a parte – aggiunge – è fondamentale l’armonia delle forme, tra l’impugnatura e quella che sarebbe la lama». Per gli amanti delle definizioni, sono “sas leppas de bisaju” (i coltelli del bisnonno), che fanno ripensare alle origini di un arnese sempre utensile domestico, ma risultato anche arma di difesa o di offesa, a seconda dell’inclinazione degli eventi. Quello dell’arte nuova di Ruiu è certo anche un collegamento con quel retaggio, ma ancora di più con «un materiale, il legno, delle volte dolce, altre volte duro, che è vivo e col quale c’è come una comunicazione». Ci sono dentro le emozioni degli scatti fotografici nelle mille feste sarde, o quelle nella visita a un monumento archeologico, l’altra passione di Franco Stefano: «Ho staccato dalle feste qualche anno fa, perché le vedevo trasformate, a uso e consumo di mode e interessi». Ora dovrà decidere se a “sas leppas de bisaju” gli si deve dare un valore venale, in una futura bancarella della tradizione. Per il momento il guadagno è l’emozione di vederle nascere, da un pezzo di legno tante volte destinato a essere bruciato nel caminetto.

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