La Nuova Sardegna

Nuoro

I cent’anni di tzia Francesca Dalu

di Mauro Piredda
I cent’anni di tzia Francesca Dalu

La nonnina di Siniscola posa con la sua pronipote appena nata per la foto del giorno del compleanno

26 ottobre 2021
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SINISCOLA. È certamente lo scatto di Michele “Migù” Carzedda a sintetizzare al meglio la giornata in cui la nonna Francesca Dalu ha spento le sue cento candeline. Perché in quel suo scatto c’è anche la figlia di Migù, la piccola Marta, che deve aspettare un’altra decina di mesi per poter spegnere la sua prima candelina. Un secolo in una foto, dunque. Un secolo con quattro generazioni che si guardano negli occhi e si raccontano quanto seminato fin’ora con l’obiettivo di continuare a raccogliere, nel presente e nel futuro.

La piccola Marta è nata due mesi fa. Nell’estate di questo nuovo ventuno Migù e sua moglie Sara Faedda hanno fatto questo bel regalo a tzia Frantzisca già proiettata sui cento, oltre che a loro stessi e ai loro genitori. E la bisnonna centenaria avrebbe tanto da raccontare all’ultima arrivata. A iniziare dall’amore che si respirava a casa sua quando la piccolina era lei. Figlia di tzia Caterina Pipere, casalinga e filatrice, e di tziu Pascale “Pupusa” Dalu, pastore, Francesca è stata la primogenita. A lei si aggiunsero le sorelle Maria Antonia, Luisa e Maria e il fratello Giovanni. A Marta racconterebbe senz’altro della scuola da lei frequentata fino alla quinta elementare e dei successivi lavori in casa e dalla nonna, che aveva il telaio dal quale uscivano tanti tessuti. Come l’orbace che poi vendeva in tutti i paesi della Baronia raggiunti a piedi percorrendo i sentieri rurali di allora. Le racconterebbe del suo grande amore, che sposò nel 1939. Da tziu Frantziscu Pipere (classe 1909) ebbe cinque figli: il piccolo Giovanni, morto a soli otto mesi, e poi Salvatore, Maria Caterina e Graziella, ancora in vita, sino a Pietro, morto nel 1990. Il matrimonio era molto semplice, così come lo fu la vita da sposini: la diciottenne Francesca e il trentenne Francesco vivevano in una stanza da letto che fungeva anche da cucina e da magazzino per il mangime destinato ai loro due buoi; la dispensa era una cassa di legno con dentro tre pani, un pezzo di formaggio, un pezzo di lardo e una brocca d’acqua; il loro tesoretto ammontava a cinque lire custodite nella tasca dell’abito dello sposo; il loro primo corredo era composto da tre lenzuola e due federe, queste ultime usate come asciugamani.

La nostra bisnonna racconterebbe tutto questo alla piccola Marta. E anche i grandi valori e i sacrifici profusi successivamente nella semina, nella produzione del lino e dei cereali. Racconterebbe gli anni della seconda guerra mondiale, quando il marito fu chiamato al fronte. Racconterebbe dei due vitellini regalati da tziu Pascale, fatti crescere e venduti col fine di farsi la casa in località “Bassotto” con le pietre trasportate dai buoi da “Su Càntaru”. Racconterebbe dell’ottimo vino che non mancavano di offrire a chiunque andava a visitarli. Racconterebbe e racconterà tutto questo a Marta, così come lo ha fatto con gli altri nipoti Fabrizio con Marcella, Francesco con Sonia, Ingrid e Matteo, con gli altri pronipoti Paola e Davide, Alessandro e Michele, Manuel e Riccardo e con il suo angelo Anna Pipere, che continua ad accudirla con amore insieme alla figlia Maria Caterina.

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