La Nuova Sardegna

Nuoro

«Quel finanziamento è del centrodestra»

di Luciano Piras
«Quel finanziamento è del centrodestra»

Roberto Deriu: il Comune è rimasto fuori perché non è credibile, ha persino dimenticato di chiedere i fondi ministeriali

07 novembre 2021
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NUORO. «No, per carità… nessuna foto. Davanti a Grazia Deledda è meglio scomparire. Metta la sua foto, è molto meglio…». Roberto Deriu accetta subito l’invito a fare quattro passi lungo il viale che dalla Madonnina porta alla Solitudine. «Ma niente foto» ribadisce. Jeans, felpa blu con cappuccio, scarpe nere, il consigliere regionale del Pd arriva così, in versione casual, davanti alla tomba del Premio Nobel per la letteratura, nella chiesetta ai piedi del Monte Ortobene. È una giornata uggiosa, umida e silenziosa. Non c’è nessun altro nel tempietto sacro.

Dica la verità, onorevole Deriu: l’ha scritto lei l’emendamento all’emendamento che porta altri 650mila euro al Comitato della Provincia per le celebrazioni deleddiane (che aveva già una dotazione di oltre 500mila euro)?

«No».

Come no? Sicuro?

«Pensare che la maggioranza di centrodestra del consiglio regionale faccia scrivere gli emendamenti a un povero consigliere di opposizione, beh... mi sembra l’idea non tanto di un complottista quanto di un paranoico».

Eppure il sospetto è fortissimo: quell’emendamento all’emendamento è scritto troppo bene. Sembra scritto dalla mano di uno scrittore come lei… (il suo romanzo “La pantera di Bultei” è stato premiato al recente Spoleto Festival Art)...

«Non è esattamente un complimento, questo».

Perché non lo è?

«Prendere dei soldi per destinarli da una parte o dall’altra, non è che richieda qualità artistiche particolari».

Infatti sembra uno scherzo, una goliardata.

«E allora usciamo dagli scherzi e dalle battute e torniamo alla realtà. La realtà è questa: in Regione esiste una maggioranza che fa politica ed esiste una opposizione che fa opposizione. Nel mezzo c’è la mancanza di politica culturale che si riscontra a Nuoro e che ci sta facendo fare una brutta figura davanti a tutto il mondo».

E allora perché non ha voluto dare una mano a Nuoro?

«Al contrario. Appena il sindaco Soddu si è insediato, nel 2015, sono andato da lui prima di tutto per comunicargli che ero a disposizione della mia città e in secondo luogo per esporgli la mia idea proprio sulla politica culturale e sull’università».

Immagino che Andrea Soddu l’abbia ascoltato.

«Abbiamo opinioni molto diverse. Le mie idee le ho dichiarate fin da subito e le ho ribadite con chiarezza, non ho bisogno di usare sotterfugi. Sono abbastanza antico, io. Faccio politica fin da quando ero un ragazzino, esattamente come Soddu».

Possibile che questi due ex ragazzi di Nuoro, Deriu da una parte e Soddu dall’altra, non riescano a trovare un punto d’incontro? Se non altro almeno per il 150° della nascita di Grazia Deledda?

Roberto Deriu guarda dritto verso la tomba. Sembra voglia scandire con gli occhi le lettere di bronzo sul pesante blocco di marmo nero: GRAZIA DELEDDA.

«La tomba è qui, nella chiesa della Solitudine» sussurra. «E purtroppo in questa condizione mi trovo» aggiunge. È la solitudine dei numeri primi. «Da parte del sindaco e dei suoi sostenitori manca una disponibilità vera di affrontare un discorso pubblico e serrato sui temi della politica culturale. Ci ho provato tante volte, ma chiude immediatamente, con rifiuti e dogmi».

Addirittura dogmi...

«Le racconto un aneddoto: quando Filippo Spanu era assessore regionale (ora assessore comunale di Nuoro), eravamo a Cagliari nel suo ufficio, Soddu, l’allora vice sindaco Sebastian Cocco, l’attuale amministratore della Provincia di Nuoro Costantino Tidu, oltre che naturalmente lo stesso Spanu, ed io. Lì Soddu aveva assunto impegni precisi che poi ha regolarmente disatteso. Dice di non ricordare, ma io ricordo molto bene. L’amnesia è una delle caratteristiche dell’amministrazione Soddu. Ha persino dimenticato di presentare richiesta di accesso ai fondi previsti per gli “Anniversari di interesse nazionale” quale è il 150° della nascita di Grazia Deledda. Soddu e la sua amministrazione hanno uno speciale amore per l’oblio».

E ricordiamoli allora gli impegni assunti. Ha raccontato un aneddoto, ma quali erano i contenuti degli impegni presi a Cagliari davanti a Spanu?

«Il rilancio degli enti culturali attraverso la costituzione delle Fondazioni, le sembra poco? Un progetto bloccato per anni e oggi ancora contrastato, nonostante sia ormai diventato norma contenuta nelle leggi che il sindaco Soddu ha giurato di rispettare».

Torniamo a bomba, dunque: UniNuoro e Biblioteca Satta.

«Di questi enti il sindaco di Nuoro vuole impedirne la stabilità, vuole impedire che la Regione e le due Università sarde, Cagliari e Sassari, siano compartecipi alla pari con il Comune e la Provincia. Non sarà forse per imbastire ogni volta trattative, anziché dedicarci a imbastire e realizzare progetti? La giunta Soddu ha come parole d’ordine termini come “scippo”, “rapina”, “sgarbo”... non parla mai di un tema reale, ma sempre di un atteggiamento psicologico che gli altri avrebbero verso il Comune di Nuoro».

L’emendamento all’emendamento non è una suggestione. Lei ha votato a favore?

«Io ho votato contro la legge Omnibus, come ha fatto tutta l’opposizione in consiglio regionale. La stessa opposizione che ha espresso pareri favorevoli soltanto in alcuni casi, e il caso dei 650mila euro non rientra certamente tra questi. Però lo ribadisco ancora, perché non sono vile, qualora non fosse ancora chiaro: quelle risorse non sono arrivate al Comune di Nuoro perché il Comune di Nuoro non è credibile. Il Comune di Nuoro non ha chiesto i fondi degli “Anniversari di interesse nazionale”, l’ho già detto e lo ripeto ancora. A me dispiace che il nostro Comune non sia credibile. Ma la verità è che Soddu ha fatto un errore clamoroso che soltanto l’impegno del ministro della Cultura Dario Franceschini ha attenuato, perché è il ministro Franceschini che ha provveduto comunque facendo quello che il Comune di Nuoro non ha fatto».

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