La Nuova Sardegna

Nuoro

«L’aeroporto di Tortolì deve rimanere pubblico»

di Lamberto Cugudda
«L’aeroporto di Tortolì deve rimanere pubblico»

Il presidente del Cipo replica alle dichiarazioni dell’amministratore di Upper Sky «Vogliamo una aerostazione che funzioni non solo per i ricchi clienti arabi»

16 gennaio 2022
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TORTOLÌ. Non sono piaciute al presidente del Consorzio industriale provinciale dell’Ogliastra (Cipo), Franco Ammendola, le dichiarazioni rilasciate alla Nuova da Giancarlo Insinna, l’imprenditore veneto, amministratore unico della Upper Sky- Gruppo Aliparma, società operante nel settore di trasporto aereo per viaggi d’affari di una ricca clientela, in relazione alla manifestazione di interesse, con relativo piano industriale, presentati per ottenere la gestione dell’aeroporto di Tortolì. Lo scalo, chiuso ininterrottamente da dieci anni e tre mesi è di proprietà dell’AliArbatax, che ha come socio unico proprio il Consorzio industriale con sede a Tortolì. «Per noi – ha detto Franco Ammendola – un punto fondamentale è che la struttura aeroportuale rimanga comunque pubblica, ovvero aperta a tutti gli aeromobili che vi possano atterrare. Questo sta a significare che tutti potranno volarvi: dai grandi jet privati dei magnati arabi, fino al piccolo aereo da turismo, o voli charter che possano trasportare passeggeri anche per piccole strutture ricettive ogliastrine. Ciò che conta è che sugli aeromobili, possano trovare posto anche i passeggeri ogliastrini. Deve essere realmente al servizio di tutto il territorio. Questo è un concetto che noi riteniamo basilare e che sta alla base di un vero scalo pubblico, realmente al servizio di tutti. E non soltanto di pochi». Il presidente del Consorzio industriale provinciale dell’Ogliastra chiarisce ancora meglio un passaggio che ritiene di fondamentale importanza. «Non abbiamo chiesto a nessun imprenditore o società di prendere in gestione il nostro scalo aereo – ricorda Franco Ammendola – e se decidessimo di compiere questo passo, chiunque dovesse averlo, dovrà seguire le direttive di fondo che noi daremo, proprio per fare in modo che lo scalo sia realmente pubblico. Non vogliamo che vengano a ripetersi errori del passato».

Il presidente del Cipo prosegue, fornendo un dato su cui riflettere: «UpperSky-Gruppo Aliparma vorrebbe fare una aerostazione da sogno, del costo di alcuni milioni di euro, per i ricchi clienti arabi? A noi non interessa: puntiamo ad avere uno scalo che funzioni, e che serva a incrementare gli arrivi vacanzieri facendo crescere l’economia locale, dare la possibilità a tutti gli ogliastrini di potere viaggiare da questo scalo, e contribuire a togliere l’Ogliastra dal suo isolamento. Questi, per noi, sono concetti base».

I vertici consortili si augurano che entro questo mese, dall’Enac venga rilasciata l’autorizzazione alla riapertura all’aviazione generale per lo scalo aereo. Questo significa la riapertura al traffico diurno degli aeromobili privati di aviazione generale fino a 12 passeggeri a bordo. Per il via libera all’aviazione (con charter turistici da 100 e più passeggeri), come avveniva nello scalo fino al 2011, bisognerà attendere. Si spera per giugno.

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