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Mandorle, zucchero e oro a 23 carati nei dolcetti che fanno impazzire i vip

Claudio Zoccheddu

	Uno dei preziosi dolcetti prodotti nel laboratorio di Ottana
Uno dei preziosi dolcetti prodotti nel laboratorio di Ottana

Ottana, faville in Costa Smeralda per la pasticceria più preziosa di sempre

05 luglio 2022
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SASSARI. I suoi dolci sono un gioiello. In senso letterale. Perché sopra i gueffus, o guelfus, c’è come minimo una splendente polvere d’oro, oppure una luccicante foglia, sempre d’oro. D’altra parte, è il minimo che ci si può aspettare da un’azienda che si chiama Gf23Kt, dove le prime due lettere sono le iniziali dei titolari mentre il resto ricorda il numero dei carati della materia prima che rede unici i dolci preparati da Franco Guiso e dalla moglie nel loro laboratorio artigiano di Ottana. Ovviamente, si tratta di uno speciale tipo di guarnizione commestibile ma insapore che ha però il pregio di rendere speciali i dolci della tradizione sarda, fatti di pasta di mandorle e zucchero. Buonissimi, ma rivisitabili. Come tutto in cucina. Quando poi la tradizione incontra l’innovazione, il risultato può essere sorprendente.

Gli inizi. «L’idea ci è venuta nel 2006, mentre eravamo in Costa Smeralda – racconta Franco –. In alcuni locali servivano la vodka, ma anche l’acqua, guarnita da foglioline d’oro. Abbiamo pensato che potesse funzionare anche sui dolci sardi e abbiamo fatto la scelta di rivolgerci ad un mercato di nicchia, in modo da poter lavorare solo su questa iniziativa». E l’idea, in effetti, ha funzionato. Perché oggi i dolci di Gf23kt sono una realtà e il nome dell’azienda rimbalza da un party all’altro della Costa Smeralda, ma ha varcato anche le porte degli hotel e delle ville più lussuose, oltre ad essere richiesti, e consegnati, sugli yacht alla fonda davanti alle cale più affascinanti del tratto più glamour della Gallura.

La ricetta. La base è la classica pasta di mandorle, tipica di gueffus e sospiri. Ma c’è di più: «Li realizziamo in quattro aromatizzazioni differenti: champagne, rum, cioccolato e limone. Poi vengono ricoperti di cristalli di zucchero colorati – spiega Franco – e ogni colore ha un gusto abbinato. Infine, li impreziosiamo con la polvere o con le foglie d’oro, che sistemiamo una per una utilizzando un pinzetta». Il risultato è di quelli che lascia il segno: «Sono come gioielli, sono unici – continua – e per noi è un motivo di orgoglio riuscire a realizzarli in Sardegna».

L’abito fa il monaco. Il gusto è fondamentale, ma anche l’occhio vuole la sua parte. Sempre di più. Le confezioni, ad esempio, sono fondamentali. Franco Giuso ne è più che convito e basta lanciare un’occhiata ai suoi prodotti per capire che le semplici scatoline per dolci non sono sufficienti: «Abbiamo studiato e fatto realizzate un packaging all’altezza, che potesse impreziosire il prodotto – aggiunge Franco –. Adesso i nostri dolci vengono dati come regalo di benvenuto per i clienti che soggiornano negli alberghi più lussuosi, oppure vengono utilizzati come segnaposto nelle cene di gala». 

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