Nuoro, la telemedicina funziona: «risparmio e meno ricoveri»
Meno 40 per cento di degenze in ospedale per scompenso cardiaco L’Asl esulta: «risultati eclatanti» e meno costi fino a un milione di euro
Nuoro Per il direttore generale dell’Asl Nuoro, Paolo Cannas, è praticamente un win-win: «Un modo di gestire i casi che fa diminuire la mortalità e che conviene anche economicamente». Parla della teleassistenza e della telemedicina. Il progetto inaugurato da meno di un anno, a sentire l’azienda sanitaria, sta ottenendo «risultati eclatanti». Si tratta di un sistema di assistenza al paziente che vuole fare a meno – sembra un paradosso, è vero – del passaggio nelle strutture ospedaliere. Dallo scorso aprile l’Asl nuorese ha avviato un percorso di telemedicina che a oggi coinvolge 359 utenti, per lo più con problemi di scompenso cardiaco, e che nel breve tempo «diventeranno migliaia» facendo rientrare altre patologie. Questa perlomeno è l’ambizione di Cannas.
Come funziona Nella Casa di comunità del San Francesco in via Brigata Sassari, inaugurata un mese fa con la ministra Locatelli dopo il restauro, c’è una sala che sembra un quartier generale da film, con scrivanie una accanto all’altra e sopra computer e monitor. Accesi di continuo. È la sede fisica della telemedicina di Nuoro, che da lì monitora ogni giorno la situazione dei pazienti. Finora hanno avuto accesso all’assistenza telematica persone «dismesse dall’ospedale o segnalate da medici di base, stiamo chiedendo anche ai sindaci di fare dei bandi – spiega, interpellato, Cannas –. Se presentano i criteri necessari, vengono arruolate». Da quel momento, l’utente a casa sua ha un dispositivo elettronico, un saturimetro, una bilancia e tutta la strumentazione per tenere sotto controllo diversi valori. «Viene costantemente monitorato dalla centrale a Nuoro, al computer ci sono figure professionali tecniche e mediche», e durante i rilevamenti se spuntano fuori anomalie, cioè se il paziente ha qualche valore fuori posto o se non viene correttamente registrato, dal “quartier generale” parte la telefonata «al paziente stesso o al suo caregiver». La criticità viene risolta con l’intervento a domicilio di un’infermiera o in alternativa, se la situazione lo richiede, con una visita cardiaca che nel sistema delle prenotazioni del Cup viene anticipata. E il paziente dirottato negli ambulatori dei cosiddetti “point of care”, e cioè a Nuoro, Siniscola, Gavoi, Sorgono e Macomer. «Così da agire in maniera preventiva – sottolinea il dg dell’Asl 3 – e gestire lo scompenso prima di giungere a un ricovero».
Il confronto Sostanzialmente è il fulcro della questione: perché il servizio, nei raffronti col 2022, ha già fatto diminuire quasi del 40 per cento i ricoveri in ospedale. Non per essere venali, ma «siamo sul milione di euro di risparmio, o meglio di costi non sostenuti». A giugno 2023 la prima grande risposta: «solo» 20 ricoveri per scompenso cardiaco a fronte dei 31 dello stesso periodo nel 2022. A Luglio 9 (nel 2022 erano 17), Ad agosto 15 (20), a settembre 13 (26) a ottobre 13 (21) e il dato più distante è novembre 2023: 13 ricoveri in dimissione registrati, un anno prima erano 33. Per Cannas il modello è replicabile per chi convive con Broncopneumopatia, diabete o per pazienti oncologici. «Oltre alla sicurezza della famiglia e dei pazienti, perché si abbassa la mortalità e lo stato di salute generale migliora – sostiene –, è un metodo sostenibile anche economicamente. In futuro non possiamo gestire le persone solamente potenziando in modo ulteriore gli ospedali. L’unica strada è potenziare il territorio». Questa la visione che ha portato il territorio nuorese, diviso nei distretti di Nuoro città, Sorgono, Macomer e Siniscola, a coinvolgere già 359 persone seguite al computer, a domicilio.