Rinforzi in arrivo al penitenziario di Badu ‘e Carros: presto un direttore e un comandante in pianta stabile
Giovanni Villa (Cisl Fns): «Il 2024 sarà finalmente l’anno della svolta. Ma continueremo a vigilare per la tutela dei nostri diritti»
Nuoro Arrivano i rinforzi. Finalmente anche a Badu ‘e Carros giungono buone nuove sul fronte della pianta organica. Non soltanto perché in questo 2024 il penitenziario nuorese avrà un suo direttore stabile come pure un comandante di reparto fisso, ma anche perché a breve verranno destinati al carcere barbaricino quattro dei 32 sovrintendenti in arrivo in Sardegna grazie all’ultimo concorso bandito dal ministero della Giustizia per rimpolpare il Corpo di polizia penitenziaria. Una manna dal cielo, per Badu ‘e Carros. Un primo segnale concreto dopo tanti anni di attesa vana. «Il sistema penitenziario sardo, a seguito di nostre precise sollecitazioni e rivendicazioni, ha cambiato strada intraprendendo finalmente quella migliore che già nel 2023 ci ha portato ad avere sei direttori in più» sottolinea Giovanni Villa, segretario generale della Cisl Fns.
A Nuoro sono previste ulteriori assegnazioni di personale del ruolo agenti e assistenti che usciranno dai prossimi corsi. La rassicurazione era arrivata direttamente dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedeve, nella sua recentissima visita a Badu ‘e Carros. «Per la prima volta in tanti anni, troppi, abbiamo deciso, per ora, di sotterrare l’ascia di guerra e sostenere il fare positivo del sottosegretario – ribadisce non a caso Villa –. Vogliamo credere e sostenere anche l’azione del provveditore regionale, e ci auguriamo che il 2024 sia l’anno del riscatto del sistema penitenziario regionale».
Per ora sono già stati destinati all’isola 32 sottufficiali, otto dei quali a Cagliari, nove a Sassari, 11 a Tempio Pausania e quattro a Nuoro, appunto. «Riteniamo indispensabile e necessario continuare su questa strada – insiste il sindacalista della Cisl – chiedendo la rivisitazione della pianta organica regionale oggi insufficiente a garantire una ottimale organizzazione del lavoro all’interno delle nostre carceri. Oggi l’Amministrazione penitenziaria non riesce a garantite la concessione dei diritti soggettivi ai lavoratori e in molti casi lo stress psicofisico porta a un aumento di assenze per malattia costringendo il personale a turni di lavoro incompatibili con il contratto e l’Accordo quadro nazionale. La rivisitazione della pianta organica regionale – spiega ancora Giovanni Villa – deve passare per forza di cose su una questione semplicissima che è quella dell’insularità per la quale abbiamo chiesto un aumento di almeno il 10% in più rispetto all’attuale. Se pensiamo a un possibile evento emergenziale, come una rivolta, per ripristinare le condizioni normali di sicurezza dobbiamo spostare poliziotti dalle altre carceri abbassandone drasticamente la sicurezza. Non abbiamo regioni limitrofe che nell’emergenza, appunto, ci possano dare sostegno. Insomma: dobbiamo arrangiarci alla bell’e meglio, mentre a noi serve la nostra autonomia d’intervento proprio perché isolati. Abbiamo dato fiducia al Provveditore che tra le altre cose ha scommesso anche sul miglioramento di Badu ‘e Carros e per questo stiamo teniamo d’occhio la questione delle prossime mobilità che rigua rdano agenti e assistenti e crediamo che il 2024 possa dare al sistema penitenziario sardo delle soddisfazioni. Se così non fosse, saremo pronti a farci sentire portando avanti le nostre rimostranze».