La Nuova Sardegna

Nuoro

Dopo il massacro di via Ichnusa

Un progetto nazionale dedicato a Giusi Massetti, una delle cinque vittime della strage di Nuoro

di Alessandro Mele

	Giusi Massetti (la seconda in piedi da sinistra) nella sezione sarda del Comitato nazionale fibromiagici uniti
Giusi Massetti (la seconda in piedi da sinistra) nella sezione sarda del Comitato nazionale fibromiagici uniti

L’iniziativa del Comitato fibromialgici uniti – Italia e dell’associazione “Il nido di Ana”: «Il 20percento delle donne affette da fibromialgia ha subito violenza di genere»

3 MINUTI DI LETTURA





Nuoro Nasce nel ricordo di Giusi Massetti un progetto nazionale dedicato alle conseguenze della violenza di genere sugli sviluppi della fibromialgia. A promuoverlo, a una settimana dai funerali delle vittime del massacro di via Ichnusa, nel quale Roberto Gleboni, prima di togliersi la vita, ha ucciso la moglie Giusi Massetti, i figli Martina e Francesco, il vicino di casa Paolo Sanna e ferito gravemente la madre Maria Ernestina Riccardi e l'altro figlio 14enne, il Comitato nazionale fibromialgici uniti (Cfu) e l'associazione "Il nido di Ana".

Il Cfu Italia, comitato al quale era iscritta, nella sezione della Sardegna, la stessa Giusi Massetti perché anche lei affetta da fibromialgia; e l'associazione presieduta da Anna Vigilante hanno così dato il via a un percorso finalizzato all’elaborazione di un progetto basato sui punti di contatto tra le due realtà, la prima, quella dedita alla sindrome fibromialgica e l’altra a contrastare la violenza di genere con l'obbiettivo principale di verificare il come e i perché le donne che subiscono violenza domestica siano più predisposte a sviluppare questa particolare patologia.

Ad entrare nel dettaglio del tema è la stessa Anna Vigiliante: «La violenza di genere – spiega la presidente dell'associazione "Il nido di Ana", medico e studiosa di medicina di genere – è stata assimilata da studi multicentrici dell’Organizzazione mondiale della sanità al disturbo post traumatico da stress. Le donne che hanno subito violenza sono dunque più soggette ad una fragilità di salute e alla comparsa, anche dopo anni, di dolori cronici. Il disturbo post traumatico da stress e la sindrome fibromialgica hanno in comune il fatto che colpiscono prevalentemente le donne e recenti studi confermano che sono coopresenti nel 20 percento dei casi di chi subisce vessazioni. Vi è quindi un grado di sovrapposizione dei sintomi psicologici e fisici».

Da qui l'idea di lanciare un progetto nazionale insieme al Cfu: "Un iniziativa che ovviamente dedichiamo a Giusi Massetti – puntualizza Barbara Suzzi a nome del direttivo nazionale e delle referenti sarde –. Quanto successo a Monte Gurtei ci ha profondamente segnato. Giusi era una nostra iscritta, era una volontaria attiva e presente. Era in sezione anche pochi giorni prima della tragedia».

E ancora: «Era sorridente, socievole, determinata, mai aveva confidato nulla sulle tensioni in famiglia nonostante frequentasse regolarmente il gruppo – rivela la presidente nazionale del Comitato fribromialgici uniti –. Questo ci ha fatto riflettere su come la violenza domestica non venga confidata, neppure all’interno di una realtà come la nostra, in cui si condivide il dolore fisico e mentale. Ma anche la malattia ma anche lo stigma che alla nostra patologia si accompagna, la solitudine. Così abbiamo deciso di attivarci, oltre che sulla patologia, sulla violenza di genere".

Infine entrambi le presidenti fanno un invito alla parola e all'esternare le difficoltà: «senza incappare in sentimenti di vergogna, umanamente comprensibili ma da debellare, che rischiano di imprigionare le persone».

Primo piano
Meteo

L’anticiclone non molla: quando il caldo allenterà la presa in Sardegna

Le nostre iniziative