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Il gruppo Iti Marina di Orosei in crescita: ora punta anche su Cala Gonone

di Nino Muggianu

	Una veduta dall'alto di Cala Gonone
Una veduta dall'alto di Cala Gonone

I fratelli Loi investono su diverse zone dell’isola. Palmasera resort e Beach village passano di mano dopo 20 anni con il Club Esse

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Orosei La stagione turistica prende il via sotto i migliori auspici con numeri (specie quelli degli stranieri) in crescita. Ma le previsioni per l’alta stagione, per il momento, non seguono questo ottimo andamento. I motivi? I soliti: costi alle stelle dei trasporti in primis. «Nel complesso, comunque, va tutto bene». In estrema sintesi è il commento di Piero Loi, uno dei fratelli Loi, la famiglia di Orosei titolare della Iti Marina hotels e resorts che ha le sue strutture sparse in mezza Sardegna nei posti più esclusivi, e non solo. Gruppo solido e sempre in crescita che ha già messo le mani anche su due villaggi turistici a Cala Gonone. Due strutture attualmente gestite (per 20anni) dalla catena Club Esse, che porta a 12 il numero delle strutture che la Iti Marina Hotels e Resorts gestisce solo nel Golfo di Orosei. Diverse decine di migliaia di posti letto su una quarantina di strutture nel complesso. Oltre cinquant’anni di esperienza nel campo dell’ospitalità, elevata cura dei servizi offerti, accoglienza e attenzione per gli ospiti, sono da sempre i peculiari standard alberghieri che definiscono i valori del gruppo guidato dalla famiglia Loi che nel settore trainante dell’economia isolana è ai primi posti.

«L’azienda è in sviluppo – esordisce Piero Loi –, ha manifestato interesse a localizzarsi in altre parti nell’isola, per esempio a Cala Gonone dove ci sono due villaggi, il Villaggio Palmasera Resort e e il villaggio Beach Village. Avevamo già messo gli occhi anche sull’hotel Smeraldo ma questo è un altro discorso, lì è il Comune che deve decidere cosa fare. La stagione – spiega ancora Loi – è iniziata bene».

«Periodi in cui prevalentemente a muoversi sono gli stranieri che sono in crescita. In particolare i turisti arrvano dalla Germania, che la fa da padrona, Francia, Svizzera, Austria, Inghilterra e un po’ dalla Spagna. Stranieri che ormai hanno raggiunto come numeri gli italiani. Di contro si registra un certo rallentamento per l’alta e altissima stagione. Evidentemente non vengono accettati dal mercato i maggiori costi dei trasporti. Bisognerebbe regolamentare,un po’ come fanno in tanti altri paesi in Europa dove le continuità territoriali sono vere. Non è corretto che i sardi vengano penalizzati con i trasporti anche nell’acquisto delle merci che si trovano un più 5% del valore che poi va a incidere sul prezzo di vendita. Problemi che bisogna cercare di eliminare una volta per tutte e dare priorità alle due forze economiche della Sardegna, agroalimentare e turismo. Nel passato si erano cercate altre soluzioni economiche di sviluppo che sono fallite. Quindi è chiaro che bisogna insistere con il nostro settore e quello tradizionale dell’agroalimentare. Il turismo rappresenta un moltiplicatore indiscutibile, uno di quelli più veloci. Bisogna puntare, quindi, all’allungamento della stagionalità, portarla quantomeno a otto mesi. I Comuni dovrebbero avere maggiori aiuti per l’adeguamento delle reti idriche, delle fognature, della pulizia dei siti e delle spiagge eccetera. Oggi tra l’altro, c’è anche questa tassa di soggiorno che per quanto mi riguarda la vedo molto diversamente, guarderei ad una tassa d’ingresso nell’isola che non è una tassa di soggiorno ma sarebbe la tassa che pagherebbero tutti. Perché in un Comune sì e nell’altro no. Si pagherebbe nei porti negli aeroporti e pagherebbero tutti».

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