Senologia all’ospedale “San Francesco” di Nuoro: in arrivo altri due oncologi
Il commissario straordinario della Asl, Angelo Zuccarelli: «Potenzieremo il servizio del percorso anti tumori»
Nuoro La struttura dipartimentale di senologia (Ssd) dà buoni risultati, ma va potenziata. Questo il concetto emerso nei giorni scorsi dal convegno alla “Satta”, “Donne in cura, donne in scena”. Durante il quale sono state proiettate le immagini dell’attività di “teatroterapia” svolta a Sassari, con pazienti colpite dal tumore al seno. Uno spaccato del percorso sanitario, dove diventa un aiuto per la ripresa l’incontrarsi e il raccontarsi davanti a una video-camera. Anche se è spesso solo lo stadio finale della storia. Come ha ribadito la conferenza nuorese. Alla quale hanno dato il contributo la responsabile della Ssd di chirurgia senologica, Rita Nonnis, e l’oncologa Cristina Santona, responsabile del Ssd Cas, il Centro accoglienza del dipartimento. Insieme al commissario dell’Asl di Nuoro, Angelo Zuccarelli, che ha sentito ribadita l’esigenza di altri operatori (prima di tutto medici) per il reparto: «Potenzieremo il servizio – è stata l’assicurazione del dirigente – con l’inserimento di due oncologi».
Prima di marcare la sua visione circa il funzionamento della struttura ospedaliera: «La scelta di fondo – sono le sue parole – è di favorire il lavoro in équipe, con il contributo di più specialisti». Concetto sposato da Marilena Pintore, presidente dell’associazione di pazienti “Vivere a colori”, che ha ribadito la necessità d’istituire nel dipartimento la “breast unit”, dal carattere interdisciplinare. Quello che si fa in attesa delle nuove forze, lo ha spiegato la chirurga Nonnis, da un paio di mesi nei ranghi del San Francesco. «Il paziente che arriva nel nostro reparto – ha ricordato - viene accompagnato in tutto il suo percorso di cura. La diagnosi, chiaramente, prima dell’intervento chirurgico e delle terapie farmacologiche, quelle per evitare che altre cellule tumorali sfuggano all’argine posto dall’operazione».
Questa la parte prettamente clinica. La medicina attuale ha messo in campo un altro “step”, affinché il male fisico lascia il minor numero di tracce, anche nella mente. Ancora Nonnis: «Non appena eliminati cellule e tessuti tumorali – ha rimarcato – l’obiettivo è fare in modo che la donna si riprenda la sua vita. Questo anche nella consapevolezza che l’ammalata di tumore vede il mondo come crollargli addosso. In quel momento i suoi pensieri sono assorbiti dalla sorte dei propri cari. Mentre noi vogliamo che innanzitutto abbia cura di se stessa, anche per essere poi di aiuto alla propria famiglia». Da 25 anni a Nuoro, l’oncologa Santona conferma su tutta la linea, compreso il lavoro di gruppo, dove convergono medici, infermieri, Oss, psicologi: «Posso garantire che nel dipartimento la professionalità è alta, anche grazie al lavoro in “team”». I rinforzi assicurati da Zuccarelli potranno migliorare il servizio. Da parte sua Cristina Santona fa intravedere anche un’ulteriore strada operativa: «Passa attraverso la rete con gli altri ospedali. Sulla quale già lavoriamo – ha precisato – affinché la collaborazione migliori la qualità delle cure». Sul punto è aperta un’interlocuzione con l’assessore della sanità, Armando Bartolazzi, rappresentato durante il convegno dal consulente Daniele Cocco. Riprendendo l’esperienza della “teatroterapia”, di cui alla “Satta” ha parlato Viola Ledda, coordinatrice del progetto. Una parentesi per ricostruire la mente e la fiducia. Attraverso semplice pratiche, dall’assemblaggio dei colori, al disegno, capaci di mettere ordine nella confusione della malattia. E poi l’incontro umano, tra le pazienti: «Credo che possa essere utile ad ogni donna che attraversa la malattia», è stata una delle confessioni nel video. «Mi sono sentita capita e voluta bene».