La Nuova Sardegna

Nuoro

Il lutto

Addio a Bernardo Zizi, il decano dei poeti improvvisatori sardi

di Luca Urgu

	Bernardo Zizi in una recente immagine
Bernardo Zizi in una recente immagine

Aveva 97 anni, era di Onifai ma viveva a Macomer

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Macomer E’ morto il decano dei poeti improvvisatori sardi, Bernardo Zizi. Aveva 97 anni, era nato a Onifai il 26 giugno del 1928, ma viveva a Macomer. Una figura straordinaria, tra gli esponenti più importanti di questo genere originale che ha regalato pagine di profondo lirismo nelle controversie poetiche che hanno animato i paesi dell’Isola, quando in occasione delle feste era impossibile che mancasse il momento riservato alla gara poetica. Momento di socialità e di circolazione delle notizie straordinario attraverso la voce e la vena poetica dei vati che durante la gara si confrontavano – così come succede anche ora – su temi classici (guerra, pace, amore, odio), ma anche su attualità e cronaca alternando in base al momento argomenti seri e profondi ad altri più leggeri e ironici. E Zizi condivideva il palco con gli altri giganti dell’improvvisazione: Mario Masala di Silanus e Antonio Pazzola di Sennori. Zizi, figlio di pastore, frequenta negli anni della seconda guerra mondiale il ginnasio a Nuoro. Il suo esordio ufficiale nei palchi è datato il 14 agosto 1952 a Dorgali in compagnia dei poeti Vincenzo Simula e Antonio Crobu; attività che ha proseguito per oltre sessant’anni esprimendosi con il suo personalissimo stile in tutti gli angoli del pianeta. Dall’Australia, all’Argentina e ovunque in Europa dove i presidi dei circoli sardi facevano di tutto per ospitare la contesa in rime. E lui era uno dei protagonisti indiscussi. Tanto che durante una stagione – a metà degli anni Sessanta – stabilì un piccolo grande record, come raccontò in un’intervista nella sua casa di Macomer.

«Ho cantato per 44 notti consecutive da agosto a settembre. Allora si usava cantare anche per due notti di seguito», ricorda Zizi. Ha lavorato per tanti anni come fattorino nei pullman della Sita, l’azienda dei trasporti isolana e per raggiungere a fine turno le località dove si doveva esibire aveva studiato un escamotage che si rivelò prezioso per accorciare i tempi di percorrenza. Allora aveva anche due moto, una Lambretta e una Ducati, che teneva in due nodi strategici in modo da consentirgli di arrivare in tempo agli appuntamenti con le gare. Nel 1958 comprò poi la prima macchina, una Topolino. E fu una svolta. Che si concluse con un fuoristrada giapponese a sette posti che garantiva un posto a bordo anche per i tenores che accompagnavano i poeti durante la disputa in versi.

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