La Nuova Sardegna

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Autunno in Barbagia

Mastros in Nugoro, un primo giorno da bagno di folla

di Valeria Gianoglio
Mastros in Nugoro, un primo giorno da bagno di folla

I volti e le storie dietro le “cortes” e gli espositori nel cuore della città. E oggi, domenica 16, la seconda tappa dell’evento

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Nuoro I “dischentes”, gli allievi della Casa di carità arti e mesteri, sezione Cucina, per l’occasione hanno pensato bene di sfornare in tempo i loro sfilatini di pasta madre, di imbustarli sottovuoto, di infarcirli con una versione street food, a portata di turista, della pecora in cappotto rivisitata e del tradizionale piatto di fave e lardo. E di proporli alla fiumana di presenze accorse in piazza San Giovanni, all’inizio del percorso. Insieme a una rivisitazione del dolce più celebre di Nuoro, che hanno chiamato “la sebada sbagliata”. Perché, spiega la direttrice Franca Sanna, «non è chiusa e ha il formaggio lavorato a dischi. Ancora una volta abbiamo voluto essere a Mastros con la nostra creatività».

E vicino a loro, i ragazzi dell’Itc Chironi-Satta, con il gruppo folk della scuola di Biscollai, fanno le ultime prove di ballo sardo prima di intrattenere i visitatori che cominciano ad affluire dal corso Garibaldi per la prima giornata di Mastros in Nugoro _ organizzata da Comune, Aspen e Camera di commercio _ baciata dal sole e da un piacevole tepore. Mentre un altro gruppetto di studenti, della sezione Turismo, sotto lo sguardo delle insegnanti Angela Musina, Grazia Carta e Maria Domenica Gaddari, si accinge a indossare la maglietta ufficiale da guide tra i meandri di Mastros. 
Poco più avanti, in linea d’aria, in una della case storiche del rione di Santu Predu, che il Comune ha messo a disposizione, l’associazione folk che porta il nome dello storico quartiere, per quest’anno ha deciso di proporre un tuffo nel tempo e negli scritti della nuorese più illustre: Grazia Deledda. «Lo vedi? – dice all’ingresso dell’esposizione, il presidente dell’associazione, Antonio Musina – questo percorso che abbiamo allestito racconta il battesimo nuorese come si faceva una volta, e come lo aveva descritto Grazia Deledda nel suo libro dedicato alle tradizioni popolari nuoresi. A cominciare dalla frase che il padre del bimbo appena nato diceva quando andava a chiedere a un suo conoscente di fare da padrino: “De mi facher cristiana una creaturedda ...” Il battesimo come lo racconta Grazia Deledda prevedeva anche, come dolce tipico, s’aranzada, che si metteva sulla carta oleata nel tavolo dell’invito, e così l’abbiamo riproposta. Al padrino ne regalavano due. E poi abbiamo esposto pure i regali che si facevano al nuovo bimbo, o, come in questo caso, alla nuova bimba: come la tazza piena di grano, in segno di abbondanza, avvolta dai ciuffi di lana bianca, con l’augurio che anche il bambino diventi grande , in segno di lunga vita». 
A pochi passi, invece, in un piccolo laboratorio di via Chironi 35, spuntano il sorriso gentile e le creazioni di Anna Grazia Farina, 26 anni, nata, residente e amante tenace di Santu Predu, dei suoi volti e della lingua nuorese. Tanto che ormai da anni, dopo gli studi all’Itc Chironi, li ha voluti imprimere nelle sue creazioni artistiche, tra magliette con le frasi più celebri dello slang nuorese come “Ses bette preda”, e le bamboline che riproducono le celebri tzieddas, le vecchiette vestite di nero con fardetta e muccadore, che più di mille parole raccontano cos’è e cos’era il cuore di Nuoro. «La mia missione – spiega – è proprio quella di preservare il nuorese attraverso i miei lavoretti e le mie creazioni. Perché purtroppo non lo parla quasi più nessuno». Appena pochi metri più in là del confine di Santu Predu, invece, il centro polifunzionale di via Roma, si popola di un piccolo esercito di altri hobbisti e creativi nuoresi. «Oggi stiamo esponendo i nostri lavori all’uncinetto e a maglia», racconta l’hobbista Franca Cancellu con l’amica Silvana Abbate, creative per passione. Mentre sempre su via Roma, Nicolò Vellino, maestro gelataio arrivato a Nuoro un anno e mezzo fa, in occasione di Mastros in Nugoro si è sbizzarrito. «Stiamo proponendo il gelato al gusto s’aranzada – racconta – e poi anche i cioccolatini al gusto di casadinas». 
 

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