La Nuova Sardegna

Olbia

Raid contro il “Centro antiviolenza”

di Serena Lullia
Raid contro il “Centro antiviolenza”

I malviventi hanno devastato la sede di Prospettiva Donna in via Genova, ignorati gli oggetti di valore nello studio

20 agosto 2013
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OLBIA. Un raid che è un chiaro atto intimidatorio. Nel mirino è finita la sede del “Centro antiviolenza Prospettiva donna”, l’associazione che da anni assiste e dà voce alle donne vittime di violenza, specialmente domestica. I malviventi hanno forzato prima il portone di ingresso del palazzo di via Genova. Con un piede di porco hanno spaccato la serratura della sede al penultimo piano e sono entrati negli uffici. Una operazione messa a segno indisturbati, molto probabilmente di domenica, fra la tarda mattinata e il primo pomeriggio. È stata la presidente del Centro, Patrizia Desole, a scoprire ieri mattina cosa fosse successo.

I carabinieri portano avanti le indagini. Al vaglio ci sono diverse piste, ma l’intimidazione resta la più accreditata. I malviventi hanno ignorato quasi tutti gli oggetti di valore. Il bottino in denaro è poco meno di 200 euro. Sono rimasti sulle scrivanie computer di ultima generazione, hard disk esterni, una macchina fotografica. La banda si è mossa all’interno della sede in modo mirato. I malviventi una volta entrati hanno staccato la luce, temendo forse che ci fosse un allarme. Hanno forzato la serratura della camera che ospita il Centro di ascolto. Sulla scrivania c’era una cassetta di sicurezza. Hanno portato via i 200 euro che erano all’interno. Dopo aver aperto i cassetti e gli armadi senza portare via nulla, hanno puntato dritto verso l’ufficio della presidente Desole. Hanno rovistato ovunque, gettato a terra cartelle e documenti. Nessun interesse per la macchina fotografica in vista sulla scrivania, ma per l’agenda personale della presidente. La banda si è poi diretta con decisione nella stanza accanto, quella delle psicologhe. Anche qui ha aperto armadi e cassetti. Al momento non sembra mancare nessun documento. I malviventi sono poi fuggiti senza lasciare tracce. Nessuno sembra essersi accorto di nulla. Il palazzo di via Genova è disabitato. Nessuna telecamera. La zona è poca illuminata. Un atto intimidatorio gravissimo nei confronti dell’associazione che è diventata il simbolo della lotta alla violenza su donne e minori. Un gesto che arriva a pochi giorni dall’entrata in vigore del decreto legge contro il femminicidio che inasprisce le pene per gli autori di maltrattamenti e stalking. Prospettiva Donna in questi anni ha dato voce alle tante donne vittime di violenza. Ha dato la forza di denunciare mariti, compagni, padri violenti, stalker. Ha assistito le vittime legalmente e le ha dato la possibilità di ricominciare a vivere nelle case protette. «È un atto gravissimo – commenta fortemente scossa Patrizia Desole –. Ma noi non ci fermiamo. Portiamo avanti la nostra missione. Se qualcuno sta cercando di fermarci sappia che non ci riuscirà. I danni nella sede si sistemano. Non è stato portato via nulla di grande valore. È scomparsa la mia agenda personale ma tutto il materiale con dati sensibili non è stato toccato». Il raid potrebbe essere legato anche agli ultimi casi di cui il Centro antiviolenza si sta occupando e che coinvolgono persone in vista. Una missione che viene portata avanti in completo regime di volontariato.

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