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Sit in di disoccupati e precari «Noi, umiliati dal Comune»

Sit in di disoccupati e precari «Noi, umiliati dal Comune»

LA MADDALENA. Non ci stanno i disoccupati ed i precari del movimento “Roberto Siro” a «subire altre umiliazioni da parte dell’amministrazione comunale». Lo hanno ricordato nel corso di un incontro...

11 marzo 2014
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LA MADDALENA. Non ci stanno i disoccupati ed i precari del movimento “Roberto Siro” a «subire altre umiliazioni da parte dell’amministrazione comunale». Lo hanno ricordato nel corso di un incontro sit-in (foto) organizzato a un anno dalla creazione del presìdio permanente dell’ex arsenale, contro gli sprechi del G8 e le promesse non mantenute. Comune che pure –spiegano – aveva sottoscritto un documento di intenti con il movimento, nel quale affermava di voler accelerare le procedure amministrative legate all’attivazione dei cantieri di lavoro. La presidente Roberta D’ Antreta ha affermato che «in due anni sono arrivati 5 milioni dal fondo unico, vorremmo sapere dove sono andati a finire: «Stiamo facendo degli studi per capirlo, ci devono dare delle risposte, punto per punto».

Andrea Scolafurru: «Quell’accordo non ha valore,stanno facendo delle capriole per cercare di dirottare altrove quei soldi. C’è molta supponenza: non si può parlare a dei disoccupati portando solo numeri: qui si vivono delle emergenze drammatiche. Si sente parlare di sponsorizzazioni, eventi, mostre, vuol dire che l’impegno non è trovare i fondi per queste necessità. Il fondo unico ha come finalità principale creare occasioni di lavoro, altro che sponsorizzazioni. Dicono che restano solo 38 mila euro? Ebbene, ci scappano almeno dieci stipendi per un mese, in cui gli possiamom ripuliamo la città. Entro il 31 marzo deve essere liquidato il 40% del fondo. Come sarà liquidato?» Raccontano di come molti di loro vivano sotto l’incubo dello slaccio della luce, delle ingiunzioni di pagamento per le bollette arretrate.

Il vice presidente Alessandro Amato è deluso dai contatti con il Parco che «in estate ha organizzato dei campi di lavoro con persone venute da fuori e volontari. Nessuno di noi è stato interpellato, nonostante le promesse. Evidentemente i nostri problemi non sono nei disegni delle autorità locali. Questi signori ci stanno portando ad odiare il territorio, perché ci fanno credere che qui sia vietata ogni possibilità di sviluppo». (a.n.)

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