La Nuova Sardegna

Olbia

Investitori esteri per il gruppo Iervolino

Il presidente dell’azienda: c’è l’interessamento di un fondo. Buone prospettive per lavanderie e carta, meno per l’editoria

25 maggio 2014
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OLBIA. Il gruppo Iervolino, nonostante le difficoltà, lancia messaggi di fiducia per il futuro, specie per quanto riguarda il settore lavanderie e quello cartario, mentre restano le ombre per quanto riguarda l’editoria, con il personale di televisione e radio in cassa integrazione e senza grandi spiragli. Ma per il gruppo si parla di un interessamento di un importante fondo di investimento estero, che punta su un’azienda che fa dell’innovazione la sua carta vincente. «Ma vogliamo comunque investire» promette il presidente Gianni Iervolino.

È quanto emerge dalla sua conferenza stampa indetta per fare il punto sulla situazione, in cui il patron si è anche difeso riguardo a qualche aspetto di carattere giudiziario nel quale il gruppo si trova invischiato: l’accusa di truffa sul peso degli indumenti degli alluvionati (si tratterebbe si un equivoco legato alle presenza di fango e altro) e di presunta evasione fiscale per meno di 50 mila euro, peraltro dichiarati, debito maturato a causa di crediti non incassati.

Iervolino ha mandato segnali rassicuranti sulla salute del gruppo, secondo in città per occupati (250) in particolare per il settore lavanderie, parlando di 35 milioni di investimenti in 10 anni a fronte di 180 milioni di fatturato (il 20 per cento reinvestito annualmente) e un’occupazione media di 250 persone, il 70 per cento donne. I partner sono nella sanità (ospedali) e nel settore ricettivo e che tra questi ultimi la crisi negli ultimi anni ne ha spazzato via numerosi (dal Bagaglino al Ventaglio, dall’hotel Capo Caccia alla Valtur), costringendo inevitabilmente a una contrazione del mercato. E pesano come macigni i crediti di privati e Asl. Ma spiega come grazie all’adozione di sistemi innovativi per i kit sterili delle sale operatorie (non più in cotone, ma in Goretex, con zero perdita di fibra responsabile di morti per malattie infettive come la Sars tra malati e medici) la Clea abbia saputo tenersi a galla, contando ora su 130 dipendenti fissi più gli stagionali. Quindi la Marbo, unica azienda produttrice di carta nell’isola, che da due anni ha variegato la sua produzione. L’unico neo è il settore informazione, Cinquestelle tv e Radio Internazionale, «in sofferenza per il calo di pubblicità, si fa fatica a erogare gli stipendi»: i dipendenti sono in cassa integrazione e «qualche errore ha minato l’equilibrio gestionale».

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