La Nuova Sardegna

Olbia

La ricetta Pd: non solo banchine e cemento

Il dibattito sul Prp e sul futuro del golfo. No alla programmazione che punta solo sulle grandi opere

30 luglio 2014
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OLBIA. Il Partito democratico apre porte e orecchie e invita tutti al confronto sul piano regolatore del porto. Lunedì sera si è discusso del futuro della portualità che, in sostanza, combacia con quello della città. E visto che il 19 agosto scade il termine per presentare le osservazioni, la segreteria cittadina e il gruppo consiliare del Pd hanno scelto di coinvolgere tutti i portatori di interesse. E subito sono emersi pareri, critiche e impressioni.

«Serve un clima di condivisione e partecipazione in cui far prevalere una capacità di sentesi e di giusto compromesso – ha spiegato la segretaria cittadina Angela Corda -. Il nostro auspicio è che l’Autorità portuale possa recepire le sollecitazioni ed eventuali suggerimenti». Poi la posizione sul piano regolatore del porto, da pochi giorni entrato nella fase Vas. «Serve un ripensamento urgente del piano della portualità che metta un freno alle annunciate dannose colate di cemento – ha detto Angela Corda – Per esempio serve salvaguardare, sostenere e rilanciare la mitilicoltura». La relazione più lunga, ovviamente, è stata quella di Giorgio Spano, presidente della commissione Urbanistica e capogruppo del Pd. Il grande oppositore al piano regolatore, per lui troppo costoso e tendente alla cementificazione. «Non siamo contro la programmazione del territorio, ma siamo contro quella che punta solo alle grandi opere a danno dell’ambiente – ha detto Spano -. Dobbiamo chiederci quale dovrà essere il futuro del nostro porto. Dovrà essere fatto solo di decine e decine di navi? Può essere solo questo? Noi vogliamo un porto diverso, che punti sulla maricoltura. Non costruiamo altre banchine se magari non servono neanche, non smembriamo il golfo se non sappiano cosa succederà». Poi si è aperto il dibattito. Per Franco Monaco, segretario Filt-Cgil, il discorso è diverso. «Stiamo aspettando questo piano da anni, se non verrà approvato non potremo più toccare nulla. È uno strumento urbanistico importante – ha spiegato Monaco -. Ci sono voluti 12 anni per arrivare fin qui. Se non lo adottiamo continueremo a perdere ancora tanti soldi. Certo, dobbiamo cercare di modificarlo dove possibile. Ma adottiamolo». Critico Raffaele Bigi, il presidente del Consorzio per la valorizzazione della cozza, che si oppone anche all’ampliamento di altri 50 metri della canaletta per il passaggio contemporaneo di due navi, giudicato non necessario. «Chi ha progettato il piano è partito dal presupposto che il traffico crescerà tantissimo, invece i fatti stanno dimostrando il contrario – ha spiegato Bigi -. Non dobbiamo crescere a tutti i costi. Per quanto ci riguarda, non siamo in contrasto con portualità e sviluppo. Se dovremo stringerci di 10 metri va bene, ma purtroppo non ci si chiede questo». Presente anche Benedetto Fois, presidente della Cna: «Penso che sia opportuno trovare un compromesso che non danneggi nessuna attività presente nel golfo. Sarebbe importante, invece, creare maggiori servizi per rendere più accattivante il territorio». (d.b.)

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