La Nuova Sardegna

Olbia

Studenti e lavoratori insieme in trincea

di Dario Budroni
Studenti e lavoratori insieme in trincea

Centinaia di persone in corteo. Dai problemi della scuola alla vertenza Meridiana: in gioco il presente e il futuro della città

17 ottobre 2014
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OLBIA. Il megafono nel cuore del corteo urla una rabbia collettiva. I ragazzi rispondono in coro affinché tutti percepiscano il tuono della loro preoccupazione, i lavoratori con la maglia rossa seguono a ruota e quasi si commuovono davanti a tutta quella solidarietà. «Studio, lavoro, dignità». Lo slogan che unisce tutti quanti, ieri mattina, lo ha sentito mezza città. Studenti e lavoratori. La lotta per il futuro unisce i ragazzi delle superiori e i dipendenti di Meridiana che rischiano il licenziamento. Ieri sono scesi in piazza insieme. Nello stesso corteo, dietro gli stessi striscioni. «Meridiana una di noi» urlano gli studenti. «Continuate a lottare per una scuola più giusta», rispondono gli «esuberi». Storie diverse ma che sfociano nello stesso mare, agitato da una tormenta che cela il domani dietro il muro dell’inquietudine.

Tutti insieme. Gli studenti avevano in programma «sciopero sociale» e corteo già da tempo, in occasione di una giornata nazionale, per protestare contro le strutture che cadono a pezzi, il caro libri, il costo dei trasporti. Ma poi hanno pensato di invitare anche i lavoratori Meridiana, per solidarizzare con loro ed esprimere una sincera vicinanza. Così ieri hanno sfilato pacificamente, insieme, da piazza Mercato al municipio, attraversando le strade principali della città. Oltre 300 gli studenti, una cinquantina i lavoratori. Striscioni, cori, slogan. «Meridiana è anche il nostro futuro, è il futuro di tutto il territorio. Senza il lavoro non ci sarà un domani nemmeno per noi» spiega Simona Olla, del liceo artistico. Discorso rimarcato dallo steward Mauro Meloni. «Mi sono sentito un po’ nel Sessantotto. Studenti e lavoratori insieme, non si vedeva da tempo – dice -. Se non si creano i presupposti per il lavoro, cosa faranno un domani questi ragazzi?».

Scuola a pezzi. Il motivo della protesta dei ragazzi è semplice ma drammatico. «Le politiche tagliano le gambe a noi studenti. E questo va di pari passo con la crisi del lavoro – spiega Dario Sanna, dell’artistico, uno dei leader della piazza -. Le strutture scolastiche cadono a pezzi, c’è ancora una scuola con le voragini nei muri causate dall’alluvione e istituti con poche aule e senza palestra». Un contesto comune a quasi tutti gli istituti superiori, con picchi ai licei classico e scientifico. Questa mattina, comunque, una delegazione di studenti dovrebbe incontrare un rappresentante della Provincia, ente che naviga a vista ma che gestisce le scuole superiori. La protesta studentesca, però, tratta anche altre questioni. «Io sono pendolare, vivo a Siniscola. Di abbonamento Arst pago 117 euro al mese e ho pure il 50 per cento di sconto – continua -. E le nostre famiglie spendono tra i 300 ai 400 euro per i libri di testo. Siamo contro chi fa profitti sulle nostre teste».

Lavoratori in trincea. «Basta parole, bisogna passare ai fatti – spiega Bachisia Cherchi, Meridiana, settore amministrativo -. Noi rischiamo di perdere il lavoro e il territorio di subire un tracollo definitivo». Un’angoscia che ha spinto i dipendenti ad alzare il livello della protesta. Il caso del comandante e dello steward barricati sul traliccio è il più emblematico. Ma si punta anche a sensibilizzare i cittadini, uno per uno. Per esempio, facendo il giro delle scuole. Mercoledì erano al classico. «Bisogna parlare con le persone – dice Fabrizio Serra, steward -. Io ho incontrato i ragazzi a scuola e raccontato la storia della compagnia e parlato del nostro dramma». Mercoledì c’era pure Diletta Marroni. «La vertenza Meridiana va risolta – spiega la studentessa del Gramsci -. Bisogna salvare il lavoro e garantire i voli, altrimenti pure il turismo ne risentirà».

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