La Nuova Sardegna

Olbia

Ultime ore per evitare la tassa di soggiorno

Domani il voto del Consiglio comunale, ma si allarga il fronte dei contrari. Sanna chiama Cagliari

07 luglio 2015
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OLBIA. Si allarga il fronte dei contrari all’imposta di soggiorno. L’ultimo no alla tassa è quello di Gian Piero Scanu, che oltre che inquilino di Montecitorio, lo è anche dell’aula consiliare di Poltu Quadu. «Bene fa il sindaco a cercare una soluzione alternativa – dice il parlamentare –. Una tassa non si può adottare a stagione già avviata». Scanu, dunque, si schiera contro l’assessore al Bilancio, Ninni Chessa, che nella giunta di Gianni Giovannelli è proprio in quota a quella parte del Pd che fa capo al deputato. Una posizione che era già stata in qualche modo preannunciata dalla richiesta di rinvio del voto della segretaria del circolo cittadino, Angela Corda. Per il parlamentare-consigliere il sindaco deve bussare alla porta della Regione e chiedere il milione e 600mila euro che manca per far pareggiare i conti. «Non mi sembra una carenza finanziaria tale da far pensare a una bancarotta». Dello stesso avviso è il presidente del Consiglio comunale Vanni Sanna. Anche per lui l’ultima soluzione è un intervento della Regione. «Mi auguro sia una strada percorribile, anche se i tempi sono molto stretti».

In effetti, il voto sull’imposta è previsto per domani. Il Consiglio comunale è stato convocato per le 17 con all’ordine del giorno l’istituzione dell’imposta di soggiorno e l’approvazione del regolamento. Un voto che rischia di mettere in crisi la maggioranza di Giovannelli. Alcuni consiglieri, da Gianni Ricciu a Giulio Careddu, hanno già detto che voteranno no e il pericolo che il sindaco vada sotto è più che concreto.

Proprio per questo motivo fino all’ultimo si sta cercando una soluzione alternativa che eviti l’introduzione di una nuova tassa per coprire il buco di bilancio. Da ieri il sindaco ha deciso di tenere aperta a oltranza la sala giunta per permettere a consiglieri, assessori e addetti dai lavori di consultare le carte del bilancio e provare a studiare alternative. Una riunione a cui ha preso parte l’associazione degli albergatori, anche se con risultati deludenti. «Il sindaco aveva parlato di disponibilità di tutta la struttura a farci vedere le carte – racconta il presidente Fabio Fiori –. Invece, il dirigente Lorenzo Orrù ci ha detto di non avere nessuna autorizzazione». Gli albergatori hanno anche calcolato quanto costerebbe la tassa a ogni singolo turista. «Incrociando i dati del 2014 e il milione e 600mila che manca verrebbero cifre improponibili: 57 euro a testa in caso di una tantum e 11 euro se venisse applicata per ogni notte». (al.pi.)

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