La Nuova Sardegna

Olbia

Campra: San Giuseppe nel degrado totale

Campra: San Giuseppe nel degrado totale

Il consigliere di Tempio Libera fa una fotografia del quartiere: rifiuti e abbandono in ogni angolo

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TEMPIO. Il quartiere di San Giuseppe si trova nel più totale degrado, dimenticato dall’amministrazione comunale e abbandonato a se stesso. L’amara constatazione è contenuta in un lungo comunicato stampa redatto da Daniela Campra, assistente sociale e consigliere comunale di Tempio Libera.

«L’area circostante il palazzetto dello sport - scrive Daniela Campra, che fa riferimento a una sua interrogazione presentata all’inizio del mandato -, si trova in uno stato di totale abbandono. I rifiuti sono sparsi ovunque, alcuni locali dell’impianto sportivo risultano aperti e accessibili a chiunque. Pericolosi per l’incolumità dei ragazzini che, nonostante tutto, continuano a giocarci, accedendo all’interno dal tetto dell’immobile. Vergognosi sotto tutti i punti di vista, ma soprattutto dal punto di vista igienico anche i servizi igienici. Spostandosi di qualche decina metri dal palazzetto - continua la Campra - è impossibile non notare la discarica di materiale vario sul tetto dei magazzini comunali in via Trieste. Degrado più volte segnalato, inutilmente e senza alcun esito dai cittadini residenti nel quartiere». L’attenzione del consigliere comunale si sposta quindi sulla chiesetta di Nostra Signora, (alla periferia della città, a monte della statale 127, Tempio-Sassari ed a valle della statale 133, Tempio –Palau), da circa sette anni oggetto di diatribe anche con la precedente amministrazione per l’abbandono in cui il sito, (frequentatissimo soprattutto a maggio, mese mariano per eccellenza), è stato sempre tenuto. Né a risolvere i problemi aveva contribuito, qualche anno fa, un poderoso taglio di alberi, mai sostituiti e che avevano contribuito non poco ad impoverire l’intera area. «Oggi intorno alla chiesa - continua la Campra -, vi sono rifiuti ingombranti, buste di spazzatura abbandonate dai vandali e varie situazioni di pericolo rappresentate, per esempio da muretti molto bassi sul piano strada ma con un salto di diversi metri sul lato opposto. Gli stessi muretti sono privi delle ringhiere di sicurezza, da quando, la maggior parte di esse, logorate dalla ruggine e dal tempo sono miseramente cadute una dietro l’altra. Si trasformano, invece, in una trappola pericolosissima quelle rimaste, per chi, inconsapevole dello stato di degrado del ferro, dovesse appoggiarsi. Altri esempi potrebbero essere citati e documentati - chiude la Campra -, ritengo però sufficiente quanto riportato per giungere alla considerazione che sia doveroso da parte dell’amministrazione comunale concertare un piano di azione reale ed attuabile per porre rimedio a tali situazioni di degrado». (a.m.)

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