La Nuova Sardegna

Olbia

Nuchis, gli alunni incontrano i carcerati

Il progetto Giustizia riparativa va avanti: gruppo di studenti degli istituti cittadini in visita al carcere

22 ottobre 2016
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TEMPIO. Studenti, insegnanti, esperti e detenuti, insieme per provare a comprendere i reciproci mondi di appartenenza. Accade a Tempio, grazie al progetto sulla giustizia riparativa che coinvolge da un paio di anni l’amministrazione comunale, l’Università di Sassari e la casa di reclusione di Nuchis. L’ultima fase del progetto ha coinvolto gli studenti delle scuole superiori della città. Non tutti, ovviamente, ma piccole delegazioni di tutte le ultime classi dei diversi Istituti. Una cinquantina di questi, accompagnati dai docenti tutor, hanno partecipato a un piccolo convegno nell’aula magna del liceo “Dettori” e poi, con la collaborazione del Comune, hanno potuto raggiungere Nuchis e incontrare un gruppo di ospiti della struttura carceraria. Nella prima sessione della mattinata (tutto si è svolto durante l’orario scolastico dello scorso mercoledì), i relatori hanno introdotto gli studenti ai principi di base della giustizia riparativa, sollecitando la loro curiosità. Molto emozionante per tutti loro è stato il diretto confronto con i detenuti, da cui è scaturito «un incontro con esposizione di esperienze di vita e relative impressioni”. La presenza degli studenti è stata molto gradita, perché attesi da diverso tempo. Particolarmente toccante il momento in cui un detenuto ha letto una lettera inviatagli dalla figlia. Hanno parlato 4 studenti Michela Pandino (Iti), Andrea Peru (Pes), Fadoua Choute e Marco Capitta (Dettori). «Grazie alle riflessioni raccolte durante questo incontro – ha detto Fadoua – ho capito che il carcere non è solo un luogo buio di punizione ma esiste anche lì la luce della speranza». Per Marco, invece «è davvero stravolgente rendersi conto quanto questa sia vicina alla nostra vita». Un’emozione forte ha segnata anche l’esperienza dei docenti. Tra questi, Gianmario Spezzigu: «mi rimarranno – dice – due momenti che ritengo interessanti: uno, quando un’alunna ha detto che le sembrava di essere veramente a scuola; l’altro, quando, fra gli ultimi ad uscire con gli altri organizzatori, ho visto i detenuti, deviare, accompagnati dalle guardie, verso un’ altra entrata, e questo, devo dire, mi ha fatto pensare molto». (g.pul.)

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