La Nuova Sardegna

Olbia

Libri, jazz e tanta nostalgia nell’efficiente Amburgo

di Giuseppe Pulina
Libri, jazz e tanta nostalgia nell’efficiente Amburgo

La storia di Gianpiero Addis, partito da Trinità per trovare una nuova dimensione «Lavoro, suono e tutto funziona: ma attenzione alla solitudine in Germania»

01 marzo 2017
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D’AGULTU. Ha compiuto da poco 32 anni, gli ultimi dei quali li ha vissuti girovagando per la Penisola e l’Europa del nord alla ricerca della giusta dimensione. Quella di Gianpiero Addis è la storia di un giovane di belle speranze e dai propositi solidi che decide di spezzare temporaneamente il cordone ombelicale che lo lega alla Sardegna (in particolare, a Trinità, luogo in cui è cresciuto) per mettere alla prova la sua determinazione.

Oggi vive ad Amburgo, il grande porto anseatico della Germania del nord che ha dato i natali a Brahms e Angela Merkel e in cui i Beatles, vent’anni prima della nascita di Gianpiero, forgiarono il loro primo stile. Ad Amburgo Gianpiero è arrivato dopo un lungo percorso di studio e formazione che lo ha visto studiare inizialmente mediazione linguistica a Sassari per poi specializzarsi nelle letterature araba e angloamericana all’Orientale di Napoli, città che gli è rimasta nel cuore, anche perché è lì che ha conosciuto Flora, la sua compagna. È stato a Berlino e ha studiato negli Usa, facendo incetta e tesoro di conoscenze ed esperienze.

«La scelta di partire in Germania – racconta Gianpiero – è stata un po' un salto nel buio: pochi mesi prima di laurearmi a Napoli, sicuri di non voler cercare fortuna in Italia, ma di fare un'avventura all'estero, io e Flora abbiamo passato in rassegna tutti i posti che sembravano offrire la possibilità di iniziare una vita insieme altrove». E così si è fatta strada l’idea della Germania e Amburgo. «La scelta è stata Amburgo, un po' per non sentirsi troppo lontani dall'acqua, un po' perché sembrava una metropoli più umana rispetto a Berlino, che rischia di farti perdere la bussola per le dimensioni e la quantità di cose da fare e vedere».

È bastato un mese per trovare le prime opportunità: due mini-job, sorta di part-time molto ricercati dagli studenti, uno dei quali presso la biblioteca della Kühne Logistics University, dove lavora attualmente. L’obiettivo è quello di diventare quanto prima un “Systembibliothekar”, vale a dire un informatico-bibliotecario, professione che gli permetterebbe di unire un lavoro a contatto con la gente alla sua grande passione per l'informatica. Ad Amburgo Gianpiero dà anche lezioni di italiano ai tanti che vogliono conoscere la lingua del Belpaese. La solarità del suo carattere gli è stata sicuramente d’aiuto nel fare nuove amicizie.

Andando in giro per la popolosa Amburgo, potrebbe capitare di vederlo in qualche locale mentre si esibisce con la sua band. Suona il basso elettrico e ogni tanto si diverte a partecipare alle jam session jazz in giro per i locali amburghesi, che per due anni è stata la città dei mitici Beatles. «Chiaramente non è tutto rose e fiori. Amburgo è una città bellissima e tutto funziona alla perfezione, ma un po' per il tempo sempre grigio e un po' per le differenze culturali, l'effetto finale è una bolla ovattata dove tutto funziona senza troppi contrasti e lentamente porta all'assopimento. Se ci si mette il fatto che la cultura dell'accoglienza tedesca è piuttosto sterile al di fuori dei canali dedicati, fare breccia nelle compagnie di tedeschi è molto difficile e richiede una lunga costanza, anche a detta di molti tedeschi provenienti da altre parti della Germania che si sono trasferiti ad Amburgo». Ecco, allora, un consiglio prezioso: «Pur avendo una conoscenza della lingua molto buona, prima di partire bisogna mettere in conto che la solitudine si farà sentire e ci si troverà spesso a sognarsi altrove, al caldo, sulle sponde del nostro Mediterraneo dove due chiacchiere non te le nega nessuno».

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