La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, Zia Anna da 40 anni serve dolci a tutta la città

di Dario Budroni
Anna Maria Varrucciu, nella sua pasticceria
Anna Maria Varrucciu, nella sua pasticceria

Anna Maria Varrucciu festeggia l’anniversario della pasticceria in via Regina Elena, una pagina della storia locale

19 aprile 2017
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OLBIA. Il nome della sua pasticceria non lo ha scelto lei, ma glielo hanno dato direttamente gli olbiesi. Sulla sua carta d’identità c’è scritto Anna Maria Varrucciu. Tutti però la conoscono solo come zia Anna. E lei, di questo enorme affetto che da tanti anni le riserva la città, è pienamente consapevole. «I clienti hanno subito cominciato a chiamarmi zia Anna. E quindi anche la pasticceria ha preso questo nome», dice con orgoglio dietro il bancone dei dolci che ancora oggi, ogni mattina, sistema con estrema cura, al civico 20 di via Regina Elena, in pieno centro storico.

Per zia Anna, olbiese nel dna, sono giorni speciale. È infatti dal 20 aprile 1977 che vende pasticcini, gelati, torte, tramezzini, bibite e cioccolati. Dunque 40 anni. «Però non farò nessuna festa – precisa la pasticcera –. Ai miei clienti regalerò solo delle penne con su scritto il nome della pasticceria. Perché la mia festa sono loro: gli olbiesi».

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Dal tonno alle torte. Anna Maria Varrucciu, 77 anni da compiere il prossimo luglio, è una delle poche istituzioni rimaste nel centro storico. In realtà, comunque, una volta la pasticceria era dei Desini e dei Deiana. «Mio marito si chiamava Paolino Deiana e, insieme al cognato, faceva il pasticcere – racconta Zia Anna, che ha un figlio di nome Settimo –. Io lavoravo alla Palmera, dove facevo la capogruppo. Poi la decisione di venire a lavorare in pasticceria, il 20 aprile del 1977. Inizialmente ho sofferto un po’, perché la Palmera mi piaceva, ma le soddisfazioni sono arrivate subito». Pian piano la pasticceria di via Regina Elena, visto che al bancone ci stava lei, gli olbiesi hanno cominciato a chiamarla “Zia Anna”. «Sì, tutti la conoscono con questo nome – spiega lei –. Un tempo alcuni turisti mi mandavano i saluti in cartolina. Non scrivevano nessun indirizzo ma solo “Pasticceria Zia Anna”. E la cartolina arrivava puntuale a destinazione».

Zia degli olbiesi. In via Regina Elena numero 20 ci sono passate intere generazioni di olbiesi. Soprattutto una volta, le compagnie dei giovanissimi sostavano davanti alla sua serranda, seduti a chiacchierare e a mangiare qualcosa di dolce e o di salato. «I giovani non mi hanno mai dato fastidio. Anzi, alcuni ragazzi mi dicevano che se qualcuno avesse provato a darmi fastidio ci avrebbero pensato loro – racconta col sorriso zia Anna –. Per fortuna non c’è mai stato bisogno, ma tutto questo affetto mi rende davvero felice. Non per vantarmi, ma penso che non ci sia un olbiese che almeno una volta non sia passato da me. Io li conosco tutti, ho visto crescere tantissime persone». Sulle pareti della sua pasticceria zia Anna ha appeso una cornice piena di foto. Negli scatti ci sono le compagnie dei ragazzi olbiesi degli anni Novanta.

Premi e tramezzini. La pasticceria di zia Anna vende paste, torte e gelati. Ma non solo. Ci sono tanti giovani che, soprattutto in passato, hanno speso intere paghette dei genitori in tramezzini e the alla pesca o al limone. Un simbolo assoluto, il suo tramezzino, alla stessa stregua dei tranci di pizza del Ciclope. «Eh sì, dei miei tramezzini ne ha parlato anche Giuseppe Masia in una sua canzone – ride Zia Anna –. Comunque li faccio ancora oggi, piacciono tantissimo».

Sulle pareti della pasticceria, zia Anna ha appeso anche una targa. È il premio che nel 1996 le assegnò “La Nuova Sardegna” dopo un referendum tra i lettori, che la designarono “Gallurese dell’anno”. «A proporre il mio nome era stato un ragazzo – ricorda zia Anna – .La premiazione si svolse all’Isola Bianca, ma non ci sono andata. Mi vergognavo, ai tempi ero molto timida…».

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