La Nuova Sardegna

Olbia

Nizzi: «Porto Rotondo ora è più ordinato» 

di Serena Lullia

Il sindaco è certo che le strisce blu abbiano migliorato il borgo. «Ora si riesce a trovare un parcheggio»

06 luglio 2017
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OLBIA. Ordinata e con una disponibilità di parcheggi superiore rispetto al passato. Il sindaco Settimo Nizzi descrive così il borgo di Porto Rotondo nell’era delle strisce blu. Già corretto al ribasso il tariffario di alcune zone a ridosso del centro, come piazza Krizia e via Cassiopea. Lì i costi del posteggio all’ora sono passati da tre a due euro l’ora. «Abbiamo fatto una scelta precisa – commenta il sindaco Nizzi –. Dare un servizio alla gente, non per fare cassa. Io voglio arrivare a Porto Rotondo e trovare un posto libero, cosa che oggi succede mentre in passato non era possibile. La gente c’era lo scorso anno come c’è quest’anno. L’introduzione dei parcheggi a pagamento non ha cambiato il flusso di persone che vanno a Porto Rotondo». Il sindaco ribadisce che ci sono 650 posti auto gratuiti a fronte della metà a pagamento. «A 300 metri dal centro ci sono 650 posteggi – aggiunge –. Con una navetta gratuita che lavora fino alle due del mattino si può raggiungere il centro del borgo gratis. Non riesco a capire per quale motivo il dipendente o il proprietario debbano mettere la macchina davanti al negozio». Il sindaco spiega poi la decisione di introdurre un tempo massimo, tre ore, per la sosta anche a chi ha un abbonamento. «Durante il giorno ci deve essere la rotazione e abbiamo stabilito le tre ore insieme al Consorzio – afferma –. Anche se un cittadino ha l’abbonamento non significa che sia sia comprato il parcheggio».

Nizzi ritiene che tra i veri problemi della piccola Venezia di Gallura non ci siano tanto le strisce blu, ma quel sistema di commercio tocca e fuga tipico di molte località turistiche. «Sarebbe molto più utile che alcune attività commerciali estendessero il periodo di apertura oltre i trenta giorni – spiega il primo cittadino –. Oggi la norma non ci permette di incidere e di impedire questo modo di fare molto comune, ma sono certo che nel giro di qualche anno anche lo Stato interverrà con una legge apposita. Perchè bisogna dire basta a un certo modo di fare. Bisogna essere seri nel fare commercio. Chicchessia, che abbia un negozio al nord Italia o nella più sperduta periferia del sud della penisola non può decidere di caricare sul furgoncino tutta la merce invenduta durante l’inverno e vendere a venderla a Porto Rotondo. Per non parlare di negozi che vorrebbero guadagnare in trenta o quaranta giorni quanto si guadagna in un anno».



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