La Nuova Sardegna

Olbia

Colpo in profumeria a Tempio, incastrato dal Dna il bandito con l’ascia

di Angelo Mavuli
Colpo in profumeria a Tempio, incastrato dal Dna il bandito con l’ascia

Svolta sulla rapina di tre anni fa da “Saponi e Profumi” La polizia risale al presunto responsabile: è un trentenne

09 novembre 2017
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TEMPIO. A distanza di oltre tre anni dal fatto, gli uomini del commissariato di Tempio coordinati dal vice questore Raffaele Bracale, hanno individuato dal Dna, il presunto responsabile della rapina compiuta il 24 gennaio del 2014, poco prima della chiusura, ai danni dell’esercizio commerciale “Saponi e Profumi”, sul trafficatissimo Viale don Sturzo. Si tratta, come informa un dettagliato comunicato stampa emesso dall’ufficio Gabinetto della Questura di Sassari, di un trentunenne tempiese già noto alle forze dell’ordine, nei confronti del quale, i poliziotti hanno eseguito ieri un’ordinanza di custodia cautelare con l'obbligo di dimora in città, emessa dal gip del tribunale di Tempio in attesa che venga fissata la data del processo. L’episodio, stando anche alla ricostruzione dei fatti, risale al 24 gennaio del 2014, quando un uomo, con il volto coperto da un cappuccio, armato di un’ascia a manico corto e senza proferire parola, era entrato nell’area cassa dell’esercizio e da una postazione aveva letteralmente strappato la cassettiera allontanandosi verso l’uscita. Al tentativo di reazione della cassiera, incredula e terrorizzata, l’uomo con fare deciso e sempre in silenzio, aveva minacciato di colpirla con l’ascia, uscendo quindi dal negozio e facendo perdere le proprie tracce nelle numerose vie che si affacciano su Viale Don Sturzo. I primi a giungere sul posto erano stati gli uomini del commissariato. Gli investigatori, in sede di sopralluogo sulla scena del crimine, nel ricostruire le possibili vie di fuga rinvennero, in un luogo poco distante, il cassetto del registratore di cassa asportato, un passamontagna, un giubbetto e dei guanti, oltre ad alcuni accessori utilizzati dal rapinatore durante l’incursione. Gli elementi raccolti, sono stati successivamente messi a disposizione degli esperti della polizia scientifica, grazie ai quali è stato possibile procedere all’estrazione del Dna dagli oggetti rinvenuti. Grazie anche ad un’articolata attività investigativa svolta dal commissariato, è stato possibile, attraverso la comparazione dei profili genetici di alcuni sospettati, individuare il soggetto compatibile. Le risultanze investigative sono state ritenute valide in sede di applicazione della misura cautelare, dal Gip del Tribunale di Tempio che ha emesso l’ordinanza in attesa della fissazione della data del processo.

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