La Nuova Sardegna

Olbia

L’odissea di un’invalida: «Dal 2016 senza pensione»

Angelo Mavuli
L’odissea di un’invalida: «Dal 2016 senza pensione»

Tempio, non le arriva più l’assegno. Inutili finora i reclami: «Un sistema di burocrazia assurdo: io sono vittima di una battaglia tra Poste e Inps»

10 aprile 2018
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TEMPIO. Una signora invalida di 57 anni, Maria Elisa Farina, titolare di una pensione di invalidità per “problemi di fragilità ossea”, causati dalla bizzarria della tiroide, dall’ottobre del 2016 non riesce più a incassare la sua pur esigua pensione, a causa di una assurda battaglia burocratica che vede fronteggiarsi da una parte le Poste Italiane e dall’altra l’Inps, l’Istituto nazionale della previdenza sociale.

Il giallo della raccomandata. A raccontare la vicenda è la stessa Maria Elisa Farina che con il marito, Gianni Alias, 67 anni, ironia della sorte, ex dipendente in pensione delle Poste Italiane, mostra una caterva di documenti ammassati in quest’anno e mezzo di impari lotta. «Tutto - dice la donna -, comincia nell’ottobre del 2016 quando non ricevo una raccomandata che l’Inps mi avrebbe inviato convocandomi per le periodiche visite di controllo che accertano lo stato di invalidità o meno e che mi dà diritto all’assegno pensionistico mensile. Ad un tratto, mi è stata sospesa la pensione. Alle mie rimostranze l’Inps risponde affermando che non essendomi io presentata a una convocazione fatta con lettera raccomandata per la visita di controllo, la pensione mi è stata revocata».

Muro di gomma. «Da quel momento - aggiunge Gianni Alias -, comincia per noi una sorta di Via Crucis. Il postino di quartiere afferma di avere lasciato l’avviso di giacenza della raccomandata nella nostra cassetta postale, ma noi non abbiamo mai trovato. La cosa viene segnalata all’Inps che come un bulldozer però prosegue il suo cammino burocratico non accettando nessuna giustificazione da parte di mia moglie per non essersi presentata a suo tempo al controllo».

Reclami e denunce. «Finora - racconta ancora Gianni Alias -, abbiano fatto quattro reclami, una denuncia ai carabinieri della compagnia di Tempio e interessato alla vicenda due avvocati. Inutilmente però». Ma il sistema della burocrazia Inps - aggiunge la moglie -, finora ha divorato ogni cosa senza che nessuno degli organismi interessati alla questione si sia degnato di dare una risposta. Nel frattempo però, a causa di una raccomandata persa non per mia colpa, la mia invalidità e la pensione legata al mio stato di salute, restano nel limbo. Davvero un’ingiustizia burocratica nei confronti dei più deboli».

Bocche cucite. All’ufficio smistamento di Tempio, in Piazza Alcide De Gasperi, così come presso la direzione dello stesso ufficio postale, c’è tanta cortesia ma anche tante bocche cucite. “Conosciamo il problema, ci siamo fatti la nostra idea ma non possiamo parlare”.

Barlume. Non ha presente la questione, invece, Marisa Orrù dell’Ufficio comunicazione territoriale Sardegna, che da Cagliari, dopo gli indispensabili e quanto mai necessari controlli assicura una risposta che è augurabile sia chiarificatrice e risolutiva. All’Inps, dal quale non si riesce ad avere una risposta ufficiale, si chiede invece per quale motivo non si richiami nuovamente la signora a nuova visita.
 

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