La Nuova Sardegna

Olbia

Al via la produzione di ostriche svolta per l’economia del golfo

Al via la produzione di ostriche svolta per l’economia del golfo

La Regione ha classificato 5 specchi acquei della sponda nord. Le coop realizzeranno nuovi impianti Il Consorzio: «Siamo soddisfatti, tra un anno la vendita». Ancora vietata la raccolta delle arselle 

08 novembre 2018
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OLBIA. Non solo cozze. Se tutto filerà per il verso giusto, tra un anno si potranno assaggiare le prime ostriche olbiesi. Si tratta di una svolta. Il golfo ha tutte le carte in regola per ospitare una produzione di questo tipo. Per questo il Consorzio dei molluschicoltori, che raggruppa le cooperative del mare, aveva domandato la classificazione degli specchi acquei anche per la produzione di ostriche. Nel dettaglio, la Regione adesso ha dato il via libera agli allevamenti in cinque specchi acquei della sponda nord, tra Cocciani e Cala Saccaia. Altri due specchi, cioè quelli dell’ansa sud, erano stati già classificati tempo fa. «Ci hanno concesso il 100 per cento delle aree e finalmente si potrà partire con la produzione delle ostriche – spiega soddisfatto Mauro Monaco, presidente del Consorzio –. Le cooperative potranno lavorarci fin da subito. E se tutto andrà bene, il prossimo potranno cominciare a vendere le ostriche olbiesi».

Ostriche olbiesi. Nel corso degli ultimi anni erano state già fatte alcune prove, tutte andate a buon fine. Da oggi, però, le stesse cooperative che allevano le cozze potranno avviare anche una vera e propria produzione di ostriche. «Si partirà con l’acquisto del novellame certificato, per esempio dalla Francia – spiega il presidente Mauro Monaco –. E i mitilicoltori potranno utilizzare gli stessi filari delle cozze. La cosa positiva è che la produzione delle ostriche non conosce interruzioni durante il corso dell’anno, visto che si tratta di un mollusco molto resistente al freddo. Chi comincerà ad allevare fin da subito, tra un anno potrà vendere i primi prodotti». I molluschicoltori avranno a disposizione 150 ettari in tutto. Gli stessi che nel 2017 la Regione aveva dato in concessione al Consorzio per un totale di 15 anni.

Arselle ancora al palo. Invece ancora non è stata sbloccata la questione delle arselle. Al momento, infatti, nel golfo di Olbia ancora non si può raccogliere quello che è uno dei simboli indiscussi della cucina locale. L’iter di classificazione delle acque, scattato mesi fa con l’obiettivo di mettere fine ad anni senza regole nel golfo, ancora non si è concluso. «La Regione ci ha comunicato che per il monitoraggio servirà ancora qualche mese in più – dice Monaco –. La nostra speranza è che la situazioni si sblocchi entro la fine del 2018». Inizialmente, si attendeva il via libera alla raccolta delle arselle (e anche dei tartufi) per lo scorso settembre. Per quanto riguarda i cannolicchi, invece, le cooperative sono già autorizzate alla raccolta.

Le cozze. Per le cozze, quelli appena passati sono stati mesi terribili. Prima una devastante ondata di caldo che, dopo un periodo di grandi soddisfazioni, aveva praticamente bruciato tutto il prodotto in mare. Invece nei primi giorni di ottobre era arrivato lo stop momentaneo alla raccolta, nell’area dell’ansa sud del golfo, per via della presenza di batteri fecali nell’acqua. Una situazione generata da alcuni impianti di depurazione andati in tilt. Il Consorzio dei molluschicoltori olbiesi ha più volte spiegato di volerci vedere chiaro. (d.b.)

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