La Nuova Sardegna

Olbia

Aria pulita in autunno e primavera

di Roberto Petretto

Le rilevazioni delle due centraline dell’Arpas: in inverno maggiore presenza di sostanze inquinanti

17 gennaio 2020
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OLBIA. Sarà per il vento, sarà per la vicinanza col mare, sarà per il traffico che, a parte alcuni periodi dell’anno, non è mai troppo asfissiante, sta di fatto che l’aria respirata dagli olbiesi è di qualità abbastanza buona.

Lo dice, anzi lo certifica, l’Arpas (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) che ogni giorno, attraverso le proprie centraline, tiene sotto controllo la qualità dell’aria in Sardegna. A Olbia le centraline di rilevamento sono due: la Cens10, sistemata in via Roma, e la Ceolb1, nel parco Fausto Noce.

I risultati delle rilevazioni nei due punti della città danno risultiati abbastanza simili e coerenti. In generale si può dire che la qualità dell’aria è peggiore nei mesi di gennaio e febbraio, migliora in primavera, ha un nuovo andamento negativo in estate, per migliorare ancora in autunno e riprendere verso valori meno buoni con l’arrivo dei freddi (e quindi, presumibilmente, con l’accensione degli impianti di riscaldamento). Raramente però, anche nei periodi di picco della presenza di alcuni agenti inquinanti, in città sono state varcate le soglie limite previste dalla legge.

Scendendo nel dettaglio del riepilogo mensile dell’Arpas relativo al 2019, si possono notare le diverse concentrazioni di ogni singola sostanza i dati possono cambiare.

Partendo dal monossido di carbonio, si può rilevare come il periodo di maggiore concentrazione sia il mese di gennaio. Nella centralina del Fausto Noce sono stati rilevati valori medi di 430 mg/m3, che poi sono scesi a un minimo di 0,180 a giugno e luglio, per risalire sino a 0,320 a dicembre. Valori più bassi in via Roma, con un aumento a luglio e agosto.

Il biossido di azoto ha il picco di densità nei mesi di gennaio e febbraio (con livelli massimi di 22.670 ug/m3) . Anche i questo caso il fenomeno potrebbe essere legato all’accensione degli impianti di riscaldamento. I valori scendono progressivamente sino a maggio (quando si registrano valori più che dimezzati rispetto a gennaio), risalgono nei mesi estivi per crollare a settembre e risalire ancora, progressivamente, con l’avanzare dell’inverno.

Le polveri sottili, quelle classificate con la sigla Pm10, in entrambe le centraline di rilevamento fanno registrare il livello massimo nel mese di febbraio (quasi 30mila µg/m3 in via Roma e 27.850 al Fausto Noce). Consueto calo dei valori in primavera e nuovo picco in via Roma nel mese di agosto (25.250 µg/m3). Poi ancora meglio in autunno e nuovo peggioramento in inverno. Nei singoli giorni sono stati registrati valori sopra la norma in una occasione a gennaio, in un’altra a febbraio e in due a aprile.

Il biossido di zolfo, invece, ha un andamento del tutto diverso. Più basso in inverno e con livelli massimi nel mese di giugno. Per questa sostanza c’è anche un’altra particolarità: i livelli sono molto più alti (più del doppio), intorno alla centralina del Parco Fausto Noce rispetto a quelli di via Roma: rispettivamente 2.490 µg/m3 e 1.120 µg/m3. Per dare un contorno a questo valore bisogna considerare che la soglia di allarme si raggiunge quando le concentrazioni medie orarie superano il valore di 500 µg/m3 per 3 ore consecutive.

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