«Corsi di formazione, nessuna truffa»
Orgosolo, ultime battute del processo a carico di Podda, Pani e Corda
30 gennaio 2020
2 MINUTI DI LETTURA
NUORO. Una mattinata intera per spiegare e motivare l’innocenza dei loro assistiti. «Non ci fu truffa, ma con quei corsi si perseguì solo l’interesse generale», hanno detto i legali degli imputati. Dopo la requisitoria del pm della scorsa udienza che aveva concluso con due richieste di condanna (1 anno e 9 mesi per il vicesindaco di Orgosolo Tora Podda e di un anno e 3 mesi per l’imprenditore di Macomer Piepaolo Pani) e una di assoluzione (la ragioniera del Comune di Orgosolo Angela Corda), ieri mattina è stato il turno degli avvocati Tullio Moni (per la Corda), Andrea Gaddari e Giovanna Angius, (per Podda) e infine per Marcello Mereu e Basilio Brodu (legali di Pani) condurre le arringhe mirate a demolire la tesi accusatoria. Insomma, per i difensori dei tre imputati accusati a vario titolo di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso in atto pubblico i reati non sussistono. Secondo l’accusa gli imputati avrebbero organizzato nel 2012 a Orgosolo alcuni corsi di formazione, all’interno di un progetto promosso dal Consorzio Cuncordia, fuori dai tempi previsti per ricevere i finanziamenti, 30mila euro complessivi. Per rientrare nei tempi, avrebbero falsamente riportato in alcuni elenchi una data non corrispondente a quella reale. I legali – un dopo l’altro – hanno battuto la pista della prova logica sottolineando che si sia tenuto anche il secondo corso, quello dedicato alle tematiche dell’Unione europea (per il pm non si sarebbe mai svolto).
Un ragionamento supportato dalle dichiarazioni di chi avrebbe partecipato a quelle lezioni e che ha poi indicato docenti e modalità. Tra questi anche i responsabili del Consorzio Concordia e della Lariso citati dai legali. La Regione poi non ha chiesto indietro alcuna risorsa. «L’interesse seguito è stato quello generale e non c’è stato alcun ingiusto vantaggio per gli imputati», è stato ribadito. Il processo prosegue il 12 febbraio con eventuali repliche e sentenza. (l.u.)
Un ragionamento supportato dalle dichiarazioni di chi avrebbe partecipato a quelle lezioni e che ha poi indicato docenti e modalità. Tra questi anche i responsabili del Consorzio Concordia e della Lariso citati dai legali. La Regione poi non ha chiesto indietro alcuna risorsa. «L’interesse seguito è stato quello generale e non c’è stato alcun ingiusto vantaggio per gli imputati», è stato ribadito. Il processo prosegue il 12 febbraio con eventuali repliche e sentenza. (l.u.)