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Olbia

I fari di La Maddalena ai privati: Italia Nostra solleva dubbi

I fari di La Maddalena ai privati: Italia Nostra solleva dubbi

Il gruppo ambientalista scrive ai ministri Costa e Franceschini: «Vigileremo perché non sia cancellata la storia e le comunità messe alla porta»

12 giugno 2020
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LA MADDALENA. Le sentinelle dell’arcipelago brilleranno per pochi. I fari di Punta Filetto a Santa Maria (e Capo d’Orso a Palau), quello di Razzoli, l’ex stazione di vedetta di Marginetto passano ai privati. Il lockdown non ha fermato l’attività della Regione che ha portato avanti il progetto di assegnazione delle storiche strutture. Procedura sulla quale l’associazione ambientalista Italia nostra vuole vederci chiaro. Per questo motivo le sezioni locale, regionale e nazionale hanno inviato una lettera ai ministri dell’Ambiente, Sergio Costa e dei Beni culturali Dario Franceschini.

«Perché quello che si temeva sul futuro dei fari e delle fortificazioni sarde sembra stia diventando realtà nel parco nazionale della Maddalena – scrivono in una nota i presidenti Ebe Giacometti, Graziano Bullegas e Lucia Spanu –. Siamo perplessi sul tipo di gestione che si vuole dare a queste strutture». Italia Nostra cita il modello Faro di Capo Spartivento, già contestato dall’associazione ambientalista «per la realizzazione degli elementi esterni al faro, la recinzione invalicabile, la trasformazione in struttura esclusiva, elitaria e inaccessibile al pubblico». Italia Nostra precisa di non essere contraria al passaggio ai privati dei fari, purché gli interventi di restauro siano rispettosi della storia e il business legato alla loro trasformazione non metta alla porta le comunità di cui sono pezzi identitari.

«I fari hanno una doppia valenza – spiega la presidente della sezione maddalenina di Italia Nostra Lucia Spanu –. Storico-identitaria e ambientale. Elementi che non possono essere cancellati. Se è vero che la storia è nostra maestra di vita e nostra memoria, non può essere spazzata via da una concessione ai privati. Parliamo di valori intrinseci superiori alla proprietà privata. Ecco perché Italia Nostra cercherà di impedire la completa privatizzazione delle strutture e degli spazi costieri e vigilerà perché quanto scritto nei bandi, ossia la garanzia di fruibilità del pubblico, venga garantita in tutte le strutture cedute»

Il faro di Santa Maria. Nello specifico sul faro di Santa Maria l’offerta giudicata migliore dalla Regione è quella della Sardegna investimenti srl con una proposta di 42mila euro di canone annuo. L’intervento prevede il restauro e la riqualificazione del bene che viene pensato con tre camere da letto al primo piano; un’area verde pubblica la cui gestione viene affidata al Parco. Una cantina con sala degustazione. Un forno artigianale per cucinare pasti veloci per gli esclusivi ospiti del faro: servizi di orientamento turistico per il pubblico. Nel documento vengono indicate anche le partnership: ristorante La Casitta, il resort della famiglia Fonnesu sull’isola di Santa Maria di cui è proprietaria, il Parco della Maddalena di cui è presidente Fabrizio Fonnesu, la compagnia Delcomar dell’armatore maddalenino Franco Del Giudice, le Cantine Surrau della famiglia Demuro di Arzachena. Sempre Sardegna Investimenti si aggiudica il faro di Capo d’Orso a Palau: 25mila euro di canone annuo per 35 anni.

Razzoli e Marginetto. Il faro di Razzoli con casermetta di Marginetto vanno alla società Finns, di cui fanno parte la famiglia Del Giudice e Alessio Raggio. La proposta economica indica un canone annuo di 150mila euro per 35 anni. L’intervento prevede il restauro e la riqualificazione dell’edificio: otto stanze più una sulla terrazza; aree espositive destinate all’arte artigiana sarda insieme a opere di artisti sardi come Nivola e Maria Lai; una sala di studio e incisione; un’area pubblica all’ultimo piano per un punto ristoro, un osservatorio astronomico.


 

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