La Nuova Sardegna

Olbia

Le cozze festeggiano cento anni

di Giandomenico Mele
Le cozze festeggiano cento anni

Nel novembre del 1920 la prima concessione, la mostra Mytilus racconta un secolo di lavoro in mare

17 settembre 2020
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. L’oro nero di Olbia compie cento anni. Correva il dicembre del 1920 quando fu autorizzata la prima concessione per l’allevamento delle cozze ad Olbia. Una festa con centinaia di partecipanti ha sancito questo centenario, per un prodotto che è diventato quasi sinonimo della città. Una parte importante dell’economia del mare che è da qualche anno protagonista di Mytilus, la mostra che racconta questi cento anni, con le prime imbarcazioni che usarono i mitilicoltori, gli strumenti di lavoro e gigantografie con immagini d’epoca. Raffaele Bigi, presidente del Consorzio molluschicoltori di Olbia, ha voluto festeggiare nello stabilimento di piazzetta Bigi, a Cala Saccaia, con la quarta edizione di “Mytilus - Degustazione, musica, solidarietà - edizione del centenario 1920-2020”.

La festa. Davanti allo scenario naturale del Faro dell’isola Bocca e di Tavolara, lambito dalle acque del golfo di Olbia, si è trasformato un luogo di lavoro e fatica in “qasba dei sapori", con materie prime della tradizione gastronomica, la buona musica di Frades blues con Fronte del porto & Friends e gli Anonimo di Alà dei Sardi. Una serata soprattutto di solidarietà, perché, grazie alla generosità degli ospiti presenti, sono stati raccolti 2mila euro a favore di Casa Silvia onlus.

Il futuro. Il nuovo corso del Consorzio molluschicoltori di Olbia segue uno sviluppo a suo modo fisiologico. Olbia e il suo “oro nero” devono vivere una simbiosi identitaria ed economica, seguendo una tradizione che affonda le sue radici in un secolo fa. La pandemia ha solo rallentato questo processo. «Si tratta di una data importante, non tutte le attività economiche possono vantare una storia centenaria – spiega Raffaele Bigi, presidente Consorzio molluschicoltori –. Possiamo dire con orgoglio che dopo lo stop imposto dal virus, da metà giugno l’attività economica ha ripreso a pieno regime con numeri in linea con quelli dello scorso anno».

Prodotto tipico. La cozza sarà inserita nell’elenco nazionale dei prodotti tipici della Sardegna. Un risultato che sarà annunciato ufficialmente tra qualche settimana, quando il ministero per le Politiche agricole ufficializzerà l’ingresso delle cozze di Olbia nel ristretto novero dei 57 prodotti che attualmente rappresentano la Sardegna nel mondo. Dal pane carasau, al pecorino e la bottarga, anche le cozze entrano di diritto nell’elenco annuale che viene aggiornato direttamente dalla Regione. Il secondo obiettivo raggiunto è quello di un marchio collettivo per cozze, arselle e ostriche, come prodotti caratteristici del golfo di Olbia. Tre marchi e tre disciplinari di produzione che attendono solamente l’ufficialità. Il passo successivo sarà quello della richiesta del marchio Igp, che implica passaggi diversi e più complessi, sia a livello governativo che europeo. Per il momento il disciplinare dei molluschi di Olbia sarebbe simile al modello di quello utilizzato per il Grana padano.

Mytilus. Intanto Mytilus sta diventando negli anni un appuntamento fisso tra gli eventi legati all’economia del mare. Mirtò, il Festival internazionale del mirto, nell’edizione 2019, aveva tenuto a battesimo il modello che sarà quello che Mytilus porterà avanti in futuro. Il teatro Michelucci di Olbia aveva ospitato “Mytilus - 100 anni di storia, tradizioni e strumenti della maricoltura di Olbia” in collaborazione con il Consorzio molluschicoltori. La novità consisteva nella creazione di due format: uno, il più classico, con la preparazione e degustazione guidata dei prodotti; il secondo, per la prima volta, attraverso una esposizione etnografica che ripercorreva i quasi 100 anni di storia delle cozze ad Olbia. Degustazioni guidate di primi piatti, secondi, crudi, tutti all’insegna dei prodotti del Consorzio olbiese: cozze, ostriche, tartufi, cannolicchi, bocconi e arselle. E una esposizione che ripercorre la storia delle cozze di Olbia attraverso gigantografie di foto degli anni ’50, con una vera imbarcazione, attrezzature da lavoro e anche due mini impianti, su palo per il passato e galleggianti come quelli più moderni. Esaurita la tempesta del Covid, si punta a replicarne il successo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative