La Nuova Sardegna

Olbia

«Non buttate via il lavoro già fatto»

«Non buttate via il lavoro già fatto»

Padru, il grande sconfitto Antonio Satta: farò opposizione, poi spazio ai giovani

28 ottobre 2020
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PADRU. Per un pugno di voti il re perse scettro e corona. Antonio Satta si arrende all’evidenza dei numeri e lascia la poltrona di sindaco ad Antonello Idini. Nessuna contestazione sui voti – la differenza è di poche decine – ma una serena e cavalleresca ammissione della sconfitta.

«Ho chiamato personalmente il nuovo sindaco già lunedì sera per complimentarmi e augurargli buon lavoro – dice Antonio Satta con una punta di amarezza –. Peccato, ci sono stati i soliti tradimenti dentro l’urna e poi a pochi giorni dal voto è venuto a mancare per problemi familiari il supporto fondamentale del vicesindaco, nostro grande elettore. Voti preziosi che ci avrebbero permesso di vincere. Ora siederò tra i banchi dell’opposizione in consiglio comunale almeno nelle prime sedute, poi valuterò se lasciare spazio ai giovani. L’importante è sempre il bene della comunità».

Per Padru è una svolta storica. Antonio Satta è legato profondamente alla storia del paese, il più giovane della Sardegna. Sindaco per quattro volte nell’arco di 24 anni, cioè da quando la frazione di Buddusò è diventata Comune autonomo. Era il 3 gennaio 1996 e da allora il segretario nazione dell’Upc, ex assessore regionale Dc ed ex parlamentare, è sempre stato sindaco, con la sola parentesi di Gavino Mandras primo cittadino tra il 2005 e il 2010.

«Il problema adesso è evitare che le tante cose fatte o avviate vadano perdute – dice ancora Satta, tanto cavaliere nell’ammettere la sconfitta quanto tagliente nel giudizio politico – parlo di opere pubbliche già finanziate e progetti già avviati da noi. Poi c’è il grande patrimonio culturale lasciato dalla Biennale d’arte. Si potrebbe addirittura ricavare una pinacoteca. Un autentico miracolo in un paese piccolo e giovane come il nostro. Ora è fondamentale che niente di tutto ciò si disperda. Ripeto ancora una volta, la crescita del paese e il bene della comunità sono sempre la cosa più importante».(m.b.)

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