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Olbia

Alberghi, il lungo inverno di Olbia: «È a rischio anche Pasqua»

Giandomenico Mele
Alberghi, il lungo inverno di Olbia: «È a rischio anche Pasqua»

Hotel quasi tutti chiusi, Natale-Capodanno senza eventi, la ripartenza è un rebu.s Manca: «Non sarà conveniente aprire a marzo». Fiori: «Ancora niente stranieri»

23 novembre 2020
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OLBIA. Olbia guarda il lungo inverno del Covid senza sorriso con alberghi quasi tutti chiusi e Natale e Capodanno senza eventi. I numeri delle strutture ricettive sono drammatici: in città gli alberghi aperti si contano sulle dita di una mano. Si parla di meno del 5% disponibile, sul totale complessivo dei posti letto: anche se molte strutture sono stagionali, abituate quindi a chiudere a ottobre e riaprire a marzo.

Pasqua autarchica. Le stanze dei pochi alberghi aperti sono destinate ad ospitare italiani in viaggio di lavoro e un po’ di turismo interno. Camere vendute spesso a prezzo di costo. «Il danno evidente che ci ha lasciato la tempesta mediatica di fine agosto è stato un crollo dei fatturati anche del 40% in un periodo come settembre dove eravamo abituati a vedere bei numeri – sottolinea Paolo Manca, presidente regionale di Federalberghi –. Per Olbia la preoccupazione è alta, perché si tratta di una destinazione abituata a lavorare più mesi rispetto a quelle semplicemente marino-balneari. Ora c’è incertezza sulla ripresa della stagione. Non credo ci sia convenienza ad aprire a marzo». Più esplicito Fabio Fiori, presidente dell’associazione degli albergatori di Olbia. La Pasqua, per come è la situazione sanitaria in questo momento, sarebbe a forte rischio. «Le strutture ricettive, dalle grandi catene internazionali a quelle sulla costa, stanno cominciando a ragionare sul 2021. Secondo noi non ci sono i tempi tecnici perché la stagione possa riprendere a Pasqua, che cade i primi giorni di aprile – spiega Fiori –. Soprattutto i nostri mercati di riferimento (Germania, Francia, Spagna, Svizzera e Inghilterra) avranno per molto tempo regole sanitarie stringenti che non consentiranno di viaggiare in tranquillità».

La stagione 2021. «Ci auguriamo che ai primi di giugno ci sia la possibilità di poter contare su movimenti importanti, la nostra aspettativa da questo punto di vista è buona – sottolinea ancora il presidente degli albergatori di Olbia –. Lavorassimo bene per i 4 mesi di punta della stagione turistica, allora potremmo dire che per il 2022 ci potrà essere una luce in fondo al tunnel». Conteranno molto anche gli aiuti economici per il comparto. Si dovrà ripartire, con un mercato condizionato da lockdown e crisi economica. «Le strutture alberghiere hanno la capacità di riorganizzarsi e ripartire – conferma Paolo Manca –. Questo è positivo ma, ad esempio, ci sarà su Olbia una grande offerta di posti letto che determinerà una contrazione dei prezzi. Saranno anche meno i giorni di permanenza nelle strutture».

Aiuti economici. La filiera del settore alberghiero va salvata. «Al momento non c’è la liquidità necessaria per ripartire nel 2021, la parte più debole rischia di collassare – ancora Manca –. Finora sono arrivati soldi in prestito per le strutture che si potevano permettere di prenderli, sufficienti a tamponare parte delle perdite. Ma gli alberghi hanno necessità di manutenzioni, devono essere pronti a partire e in grado di pagare il personale. Se il Governo non concederà sostegni economici o confermerà la moratoria sui mutui, sarà un problema».

Alberghi chiusi. «Gli alberghi aperti a Olbia in questo momento sono il 10% del totale – spiega Fabio Fiori -. Sulle chiusure incidono diversi fattori, tutti collegati al Covid. Pensiamo al Geovillage, ma anche al Jazz Hotel, che risente del calo del numero dei voli in aeroporto. Le strutture delle grandi catene alberghiere mondiali hanno un numero importante di camere. In questi mesi chiudere è inevitabile per limitare le perdite. Parliamo di alberghi che pochi anni fa chiudevano un mese all’anno. Poi la crisi economica ha costretto ad allungare il fermo. Infine la pandemia che ha stravolto tutto».

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