La Nuova Sardegna

Olbia

«Assistenza, vicini al top» Il Mater cresce e rilancia

di Stefania Puorro
«Assistenza, vicini al top» Il Mater cresce e rilancia

I passi in avanti nella ricerca e i nuovi progetti per diventare riferimento in Europa Riabilitazione post Covid: «Possiamo diventare un modello per l’intera Sardegna»

14 gennaio 2021
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OLBIA. Torna indietro di due anni per raccontare cosa ha fatto e guarda avanti con la certezza di diventare un punto di riferimento per l’Europa ma sempre rivendicando il suo forte legame con il territorio. Il Mater Olbia, che punta a garantire il top dell’assistenza (“Ci siamo vicini”, ha detto il direttore generale Franco Meloni) e ad avere un ruolo da protagonista nell’attività di ricerca (già 81 le pubblicazioni su riviste internazionali) vuole diventare un modello per l’isola. Una proposta verrà fatta alla Regione e a tutto il Paese nel campo della riabilitazione. E non solo per il dopo-Covid ma anche per il post-operatorio dei pazienti acuti.

«Nell’esperienza maturata con i malati Covid – ha detto Vittorio Maria Saraceni, responsabile di Riabilitazione post-acuta e Neuroriabilitazione – abbiamo colto l’urgenza di rispondere ai loro bisogni. Almeno il 30% dei pazienti colpiti dal virus va incontro a una insufficienza respiratoria cronica e questa è una emergenza da affrontare. Ma si tratta anche di persone che devono essere aiutate per restituire loro una condizione fisica ottimale e tutto ciò che hanno smarrito durante la “separazione sociale”. Gli esperti, però, parlano pure di un altro possibile allarme per gli anni a venire, a causa del Coronavirus: si ipotizza l’insorgenza di patologie psichiatriche e quindi è necessario fare prevenzione».

Si è parlato anche di questo, ieri, in una conferenza stampa con i vertici del Mater: oltre a Franco Meloni, c’erano Lucio Rispo, consigliere di amministrazione della società Mater Olbia per il Qatar, il professor Giovanni Delogu e il direttore operativo Marco Salvagno.

«Saranno quattro – ha detto Meloni – i filoni principali del futuro cammino del Mater. Il percorso Stroke, attraverso il quale garantiremo ai cittadini tutte le prestazioni, 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno; una riabilitazione all’avanguardia con un laboratorio virtuale; il Cancer center, un centro di attrazione internazionale nel campo dei tumori, e la Radiologia angiografica. Tra gli altri programmi il “Check-up Mater” per il quale cercheremo ulteriore personale e chiederemo alla Regione di stabilire dei codici per i diversi interventi».

Della necessità di andare avanti «accompagnando la cura del paziente con la ricerca» ha parlato il ricercatore Giovanni Delogu, ora anche direttore scientifico. «Un’attività intensa in diversi ambiti – ha detto – che ha visto i nostri ricercatori collaborare con realtà sarde, nazionali e internazionali. In questo primo anno e mezzo di lavoro, abbiamo messo le basi affinché il Mater Olbia possa diventare un pilastro fondamentale. Siamo impegnati nella ricerca avanzata radioterapica, nell’ambito delle scienze omiche (per indagini più precise e terapie personalizzate) e nello studio sul plasma del malati Covid». Ed ecco la questione dei soldi spesi. «Duecento i milioni già investiti – ha detto Lucio Rispo –, escludendo la fase 2. Vorrei poi sottolineare che la quasi totalità degli interventi attuati ha dato un contributo al Pil della Regione. Il nostro è un cantiere sempre aperto, e avremo davanti ancora 5 o 6 anni di lavoro, e sempre in Sardegna abbiamo comprato il 49% dei materiali acquistati oltre ad avere creato occupazione diretta e indiretta». Ora si sta avvicinando la fase due: quella che prevede la realizzazione di una parte delle strutture di accoglienza e dei centri di ricerca e di medicina sportiva.

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